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Sabato 08 Marzo 2008 23:54
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Cosa accade ad Avenza?

COMUNICATO STAMPA del 08/03/08

 

Sul nostro territorio comunale, nella zona “industriale” a ridosso di Avenza, è in corso un processo di trasformazione, del quale la cittadinanza e gli stessi lavoratori impiegati nell’area sono tenuti all’oscuro. Su quello che sta accadendo escono sui media locali solo spezzoni di notizie, avere una visione di insieme del cambiamento in atto è un’impresa disperata.

 

Nel tentativo di comporre questo puzzle, non possono non saltare all’occhio eventi che vengono presentati all’opinione pubblica come episodi distinti, ma che definirli come coincidenze sarebbe un azzardo contrario ad ogni calcolo delle probabilità.

 

Nel 2003 la azienda privata Delca di Lucca e l’azienda a capitale pubblico Cermec costituiscono una società, chiamata Erre Erre, con la finalità di costruire e gestire un impianto per il trattamento di rifiuti. Il materiale in uscita da questo stabilimento dovrà poi essere bruciato in inceneritori (o termovalorizzatori che dir si voglia).

 

Questo impianto dovrebbe sorgere nell’area del Cermec. Da un articolo de Il Tirreno del 05/02/1999, quindi quattro anni prima, riportiamo le profetiche parole di Vaira, allora presidente del Cermec ed oggi presidente di Erre Erre: <<Al combustibile che esce da impianti come quello di Gallicano sono interessati CEMENTIFICI e CENTRALI ELETTRICHE, per cui si riesce facilmente a piazzarlo>>. Teniamo a mente queste parole: “cementifici” e “centrali termiche”. L’impianto di Gallicano, per la cronaca, è un impianto che produce CDR, come quello che successivamente si è deciso di fare al Cermec ed è di proprietà, guarda a caso, della stessa Delca. Da registrare anche che, all’epoca della costituzione di Erre Erre, da varie parti si contestò il fatto che non si era provveduto ad una gara pubblica per fare questa operazione, ma si era scelto Delca con una trattativa privata.

 

Il terreno adiacente al Cermec è occupato dal cementificio della Italcementi, del cui gruppo fanno parte anche Italgen, società che si occupa energia e centrali termoelettriche. Coincidenza ritroviamo le parole cemento e centrali elettriche.
Italcementi presenta proprio in quegli anni un progetto per la costruzione di una centrale termoelettrica alimentata a metano. Dalle cronache dell’epoca si evince come qualcuno avanzi dubbi che tale centrale possa ricorrere anche ad altri tipi di combustibile come le biomasse (ricordiamo si possono definire biomasse anche i rifiuti lavorati da appositi impianti, quando si dice il caso…). Il progetto viene però bocciato dalla Regione Toscana in sede di Valutazione di Impatto Ambientale e da allora tutto torna a tacere.

 

All’inizio del 2008 il progetto Erre Erre è arrivato in fase esecutiva, vengono avviate le gare per le costruzioni necessarie agli impianti, sembra quindi che ci si avvii alla sua realizzazione.
Dall’inizio del 2008 tra gli operai di Italcementi inizia a circolare la voce di una imminente chiusura dello stabilimento. Si vocifera anche di un possibile ritorno al progetto di una centrale termica. Sono solo voci di corridoio, che sorprendono i dipendenti, in quanto l’azienda pare in salute ed è anzi stato oggetto di premi negli ultimi anni. Nessuna nota ufficiale arriva invece dell’azienda, perché non è importante che i lavoratori siano avvisati per tempo, sono considerati solo piccole pedine di questa scacchiera.

 

Dall’altro lato della rete che separa Cermec e Italcementi, la realizzazione dell’impianto di brichettaggio dei rifiuti sembra ormai inarrestabile, c’è da superare solo un ultimo ostacolo. Parte dell’impianto sorgerà infatti sul territorio del Comune di Massa, ma per consentire la realizzazione di un impianto tecnologico in quel terreno, bisogna modificare il piano regolatore cittadino. Il Consiglio Comunale di Massa, fatte salve le inutili proteste dei cittadini che sono contrari all’incenerimento dei rifiuti, si svolge senza intoppi e la mattina di Mercoledì 27 Febbraio sia centro destra che centro sinistra votano compatti a favore della rimozione di quest’ultimo ostacolo. L’impianto, che prenderà i rifiuti e ne farà CDR pronto per essere bruciato in appositi “cementifici” o “centrali termiche”, si farà. Non solo si farà ma sarà anche molto grande, forse per poter trattare anche i rifiuti che arrivano da fuori provincia. Nonostante quanto riportato da alcuni portavoce, infatti, nel progetto di Erre Erre è messo in nero su bianco che l’impianto può trattare fino a 250.000 tonnellate di rifiuti (110.000 ton sono i rifiuti trattati in tutta la provincia lo scorso anno).

 

Venerdì 29 Febbraio, coincidenza solo due giorni dopo la rimozione di quel ultimo ostacolo, le cronache locali aprono con una notizia drammatica: Italcementi chiude lo stabilimento, perdono il posto 46 lavoratori. Nei giorni immediatamente successivi sui giornali si parla della possibilità di una centrale termoelettrica al posto dello stabilimento. Alcuni articoli parlano apertamente di inceneritore per rifiuti, in altri si parla di centrale termoelettrica a metano, altre voci ancora riportano la notizia di centrale alimentata a “biomasse”.

 

Naturalmente non c’è un nesso provato tra il fatto che al cermec si stia facendo un impianto che rende combustibili i rifiuti e la vicenda che nel terreno adiacente si chiuda una fabbrica in attivo per far posto ad una centrale che produce energia dalla combustione, ma è invece certo che la mancanza di trasparenza in questa vicenda non può che alimentare dubbi e paure nella cittadinanza, come del resto dimostrano i numerosi dibattiti che si stanno aprendo in tutta la provincia su questo tema ed il successo ottenuto dalle varie iniziative di raccolta firme sul tema della gestione dei rifiuti.

 

E neppure ci sono dubbi sul fatto che sia un dovere dell’amministrazione della nostra città intervenire immediatamente a chiarire quanto sta succedendo, a definire una volta per tutte quale sia la posizione dell’amministrazione rispetto alla gestione dei rifiuti finalizzata all’incenerimento (che i rifiuti poi si brucino qui o nel giardino dei nostri vicini, poco cambia) ed infine per valutare quali siano le soluzioni proposte rispetto ai problemi occupazionali.

 

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Ultima modifica Martedì 04 Gennaio 2011 00:27
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