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Lunedì 31 Gennaio 2011 12:09
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Acqua SpA

 

Tra poco anche nel nostro comune, si compirà l’ennesimo scempio perpetrato nei confronti dei cittadini: la privatizzazione del servizio idrico.
L’acqua è indispensabile per la vita, non è una merce, un bene di consumo nè un prodotto commerciabile a fini di lucro.

 

Come può una società, una comunità, definirsi civile, quando non è in grado di garantire l’accesso all’acqua a tutti i suoi componenti?

 

Da mesi gli amministratori della società meno amata dalla popolazione carrarese, GAIA SPA, annunciano l’imminente ingresso del socio privato, agitando da un lato la necessità di adeguarsi alla legge Ronchi, dall’altra la possibilità di equilibrare la situazione finanziaria dell’azienda grazie all’innesto di capitale.
La legge Ronchi, approvata nel novembre 2009 dal governo in carica, obbliga tutte le società operanti nel settore a privatizzare almeno il 40% entro la fine del 2011.

 

Per fortuna con questo misfatto si è mossa la società civile, è nato un comitato a livello nazionale, il Comitato Referendario per l’acqua pubblica, che ha raccolto (anche nel nostro comune) oltre un milione di firme per promuovere un referendum che restituirà il servizio idrico al legittimo proprietario, la popolazione italiana.
Le firme sono state validate dalla Corte di Cassazione, i quesiti hanno passato il vaglio della Corte Costituzionale, quindi verosimilmente nei prossimi mesi si terrà il referendum.

 

Un risultato eccezionale, se si pensa che la raccolta delle firme è stata affidata a volontari e non ha avuto nei media locali né nazionali alcuno spazio, né tantomeno è stata oggetto di dibattito pubblico da parte della maggioranza delle forze politiche.
G.A.I.A. SPA è la società a cui nel 2005 l’ATO, organismo politico a cui partecipano i comuni che vi ricadono su base territoriale, ha affidato il servizio idrico a Carrara, Massa, Viareggio e in altri comuni della lucchesia.
E’ una società per azioni, questo comporta che debba osservare le regole previste dal Codice Civile, oltre che la normativa speciale prevista per le aziende del comparto. Ma ha una peculiarità: ad oggi è totalmente a capitale pubblico.


Questo significa che i proprietari, gli azionisti, sono i comuni, ovvero siamo noi.

 

Noi vogliamo che rimanga tale e che non venga permesso che aziende private intervengano nella gestione al fine di trarne profitto.
Mentre la politica locale si divide tra chi chiede l’uscita da G.A.I.A. (per andare dove? verso un gestore privato?) e chi lancia ipotesi di referendum locali, il Comitato Provinciale per L’Acqua Pubblica torna a farsi sentire.


Nei prossimi giorni il Comitato scenderà ancora nelle strade per chiedere ai cittadini di firmare una petizione volta ad impedire la privatizzazione di G.A.I.A., non facciamogli mancare il nostro appoggio.

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