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Mercoledì 10 Aprile 2013 09:59
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Intervento del M5S in Senato su tragedia Moby Prince

 

Pubblichiamo l'intervento del 10 Aprile 2013 in Senato di Sara Paglini del MoVimento 5 Stelle, circa la tragedia del Moby Prince

 


 

Il 10 Aprile del 1991, si compiva la più grande tragedia della Marina Mercantile Italiana. Appena fuori dal porto di Livorno 140 persone morivano nell’incendio del traghetto Moby Prince. Sono passati 22 anni da quella sera del 10 Aprile e nonostante due inchieste giudiziarie, questa tragedia resta avvolta in un alone di mistero.

 

Dopo tutti questi anni, come spiegazione, non può bastare il destino cinico e la nebbia a cui hanno subito addossato la responsabilità l’allora Ministro Vizzini e il comandante della capitaneria Com.te Albanese.  Una nebbia che inizialmente era data per certa, poi per anni è stato detto che non c’era ed ora sarebbe ritornata ad essere l’unica responsabile.  Una nebbia anomala e circoscritta che a detta dello stesso comandante Albanese “non si era mai vista a Livorno”  ed infatti molti non l’hanno mai vista, come ad esempio l’Avvisatore Marittimo in servizio quella sera che dalla sua postazione confermò una completa visibilità che gli permetteva di vedere tutte le navi in rada fuori dal porto di Livorno.  Un banco di nebbia che, secondo i periti, per poter essere spiegazione plausibile, avrebbe dovuto viaggiare controvento e a notevole velocità.

 

Ebbene questa spiegazione non può bastare,  dopo 22 anni è ora di fare chiarezza.

 

Occorrerà, forse, valutare attentamente il contesto storico in cui si trovava a transitare il traghetto Moby Prince, quella sera, infatti, era l’ultima notte prima del termine ufficiale della Guerra del Golfo e,  dato che il porto di Livorno si trova adiacente all’ingresso della grande base militare americana di Camp Darby,  in quel tratto transitavano numerose navi da carico militarizzate di ritorno dalla guerra  e presumibilmente cariche di armi e munizioni e presumibilmente sotto attenta sorveglianza.

 

Ci sono degli elementi nuovi in questo senso, leggiamo sui giornali in questi giorni che una perizia tecnica privata avrebbe dato finalmente un nome a quella che per tutti questi anni è apparsa come una “nave fantasma”  di cui grazie alle registrazioni radio si sapeva della presenza in quella notte sulla scena dell’incidente, ma che ancora non aveva un nome e che  secondo questa perizia sarebbe proprio una di quelle navi militarizzata.

 

Noi ci poniamo domande i parenti, gli amici, i conoscenti delle vittime si pongono domande, e non arrivano risposte, non sappiamo se questa è la direzione giusta che ci porterà alla verità, ma certamente non bisogna lasciare nulla di intentato.


Per questo chiediamo al Ministro competente di acquisire tutti i dati e riferire in parlamento su questa circostanza.

 

E’ possibile, che occorra guardare il quadro più prossimo all'incidente e fare ulteriori indagini sul  perché e come ci furono manomissioni a bordo del traghetto una volta riportato in porto, sulle carenze in materia di sicurezza evidenziate dalle indagini e quindi su eventuali responsabilità dell’armatore, bisognerà chiarire una volta per tutte quale fosse la posizione della petroliera Agip Abruzzo al momento della collisione, elemento mai del tutto accertato.

 

Si dovrà certamente procedere ad una seria e serrata ricerca della verità per stabilire le eventuali responsabilità nella macchina dei soccorsi, perché è incredibile che un traghetto grande come un palazzo resti per ore in fiamme fuori dal porto senza che nessuno presti il minimo soccorso, fino a quando a richiamare i soccorsi sotto al traghetto, ormai a notte fonda, sono gli uomini della compagnia dei rimorchiatori di Livorno.

 

Insomma è giunto il momento che l’Italia esca dal buio e non sia più considerato il paese dei misteri, è arrivato il momento di fornire risposte a questa come alle altre tragedie e stragi nazionali che ancora non sono state portate alla luce.

 

Anche se non sarà forse possibile dare una verità giudiziaria, dopo tanti anni e con le prescrizioni dei reati dietro l’angolo, riteniamo che sia responsabilità di questo parlamento, eventualmente anche attraverso una commissione di inchiesta, far luce, per dare almeno una verità storica al nostro paese su quello che accadde quella sera.

 

Chiediamo onorevole presidente e colleghi, che sia rispettata la memoria delle vittime con 1 minuto di silenzio.

 

 

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