Carrara 5 Stelle

Giovedì 17 Gennaio 2013 16:34

Il caso “assunzione Vanelli”

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Il caso “assunzione Vanelli”

 

 

Leggiamo con crescente stupore sui giornali la polemica, tutta tra partiti o loro emanazioni, sulla assunzione della sig.ra Vanelli. Leggiamo con meraviglia le morali e le tirate d’orecchie che ci vengono propinate dagli esponenti ora di questo ora di quel partito, ora da destra ora da sinistra.

 

Inutile che vi arrabbiate, che vi stracciate le vesti e che scagliate la prima pietra. Il modus operandi  è quello da 50 anni e ne avete beneficiato tutti voi partiti e uomini di partito; che ciascuno in tutta Italia abbia gestito la sua "quota assunzioni" è voce di popolo, qua e là confermata dalla magistratura, e quindi un fondo di verità ci dovrà pur essere.

 

E chi è  il massimo artefice in città di un sistema che va avanti da anni? I cittadini di Carrara non saranno certo meravigliati di questo caso: hanno votato un socialista craxiano di cui si dice in città che gestisca le assunzioni di note catene di supermercati... che vi aspettavate? Sono i partiti, bellezza.

 

Il MoVimento 5 Stelle farà un’interrogazione in consiglio comunale su questa vicenda, dando così al Sindaco l’occasione di dare una risposta ufficiale ed istituzionale. Siamo curiosi di sapere con quale elegante giro di parole se la caverà anche questa volta e di vedere se si meriterà di nuovo ospitalità nel nostro spazio “La Supercazzola”. Quanto ai cittadini, presto avranno l’occasione di cambiare completamente questo sistema. Forse l’ultima occasione, di certo la prima.

 

MoVimento 5 Stelle Carrara

 

 

 

 

 

Venerdì 14 Dicembre 2012 11:15

Giornalino a 5 stelle: scarica e diffondi il numero 3!

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E' arrivato il numero 3 del giornalino di carrara5stelle.it!

 

Il giornalino è una newsletter contenente una selezione dei post pubblicati sul blog di carrara5stelle.it, con l'aggiunta di uno o due articoli pubblicati da blog ad ambito nazionale o lettere di comitati locali e ritenuti di particolare interesse per la nostra comunità. Se avete scritto o volete scrivere un articolo o inviarci una lettera su un tema che vi sta a cuore vi invitiamo a contattarci, così come se volete segnalarci un post su un blog esterno che ritenete possa essere interessante da aggiungere alla prossima della newsletter.

 

 

Siamo convinti che, per informarci sui fatti che ci circondano, avere a disposizione internet, sia di grande aiuto se non adirittura indispensabile. L'idea che sta dietro al giornalino è quella di voler portare, nel nostro piccolo, fuori dalla rete un po di questa informazione, in modo che anche chi non usa internet possa, sia pur in minima parte, accedervi. Questi file sono fatti per poter essere stampati (la versione A4 anche su una piccola stampante) a colori o in bianco e nero, consigliamo se possibile di stampare in fronte/retro e di usare carta riciclata. E' possibile scaricarlo e stamparlo per lasciarne una copia al bar, o farla leggere ad un amico o parente. La raccomandazione è di non gettarlo quando avete finito di leggerlo, ma di passarlo a qualcun altro.

 

Se hai un bar o un locale aperto al pubblico e vuoi tenere un paio di copie del giornalino per i tuoi clienti,  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . Te le faremo avere gratuitamente in formato A3 ripiegato, stampato a colori.

 

Scarica e diffondi il Numero 3 in formato A3, file PDF ad alta risoluzione (7831kb)

Scarica e diffondi il Numero 3 in formato A4, file PDF (632kb) (formato A4 non ancora disponibile)

 

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Chiediamo le dimissioni del Sindaco e della giunta del Comune di Carrara!

 

 

Puntare sulle grandi opere è stata una scelta politica (intervento di Matteo Martinelli):

 

In Italia il 70% dei comuni è ad elevato rischio idrogeologico e a rischio di frane.

Questa situazione è dovuta solo in parte alla peculiare morfologia italiana, perché su questa grava una scellerata azione di governo del territorio: si continuano ad impermeabilizzare fette sempre più ampie di suolo, con la cementificazione, le reti di canali e le fogne sono obsolete, si tagliano i fondi per la prevenzione, si tagliano alberi, non vi è un' azione di controllo capillare, i corsi d’acqua non vengono accuratamente puliti e così via.

Si interviene solo in situazione di emergenza conclamata, con modalità militaresche, cercando di riparare l’irreparabile. E’, cioè, una questione puramente politica. Si punta tutto sulle così dette grandi opere: TAV, ponte sullo stretto, autostrade, porti, trafori e non rimangono che le briciole per quella rete di interventi che dovrebbe servire per la protezione dei cittadini. A questo punto, essendo una questione politica, sarebbe facile - oltreché giusto, ed anzi auspicabile - prendersela con i governi e con le persone che hanno governato gli ultimi 20 anni, ma in questo momento abbiamo urgenza di concentrarci sul nostro territorio. Se nelle considerazioni appena fatte si sostituisse la parola “Italia” con “Carrara”, ci renderemmo conto che in casa nostra valgono esattamente le stesse considerazioni fatte per il territorio nazionale e che la politica di gestione del territorio è esattamente la solita. Anche qui si interviene solo dopo l’emergenza, cioè senza una reale pianificazione (e con i rischi che questo comporta) e anche qui, si è investito in misura massiccia sulle grandi opere. Mettere in sicurezza le zone a rischio di frane, costruire strade sicure, adeguare le reti fognarie, monitorare torrenti e canali, tenere puliti gli alvei, creare bacini di sfogo e soprattutto pianificare questi interventi in modo da poter lavorare in situazioni di sicurezza e prima delle emergenze, lo sappiamo tutti …costa.

Questi interventi devono essere intrapresi con grande attenzione e capacità tecnica, senza lasciare nulla al caso. Non possiamo più tollerare opere approssimative e peggio ancora realizzate con superficialità. Quello che ci chiediamo è come mai ai piedi delle Apuane per queste cose mancano sempre i soldi, ma i finanziamenti per waterfront, per impianti di CDR, porti, gallerie, Trafori del Monte Tambura, si trovano sempre.

 

Le criticità e gli errori da Marina ad Avenza (intervento di Federico Bonni)

 

Purtroppo i quartieri , le frazioni colpite durante le due alluvioni nel Comune di Carrara sono molte: una strada o piazza qualsiasi del nostro comune sono testimonianza dell'incuria, della disattenzione, della scarsa pianificazione e manutenzione.

Ne ricordiamo alcune, anche in base alle segnalazioni che abbiamo ricevuto.

Marina di Carrara, via Bigioni, una via che a memoria d'uomo non si era mai allagata. Ma che, dopo la costruzione di un parcheggio nell’autunno 2010 e di nuove parziali fognature nell’estate del 2012 ha reso questa strada enormemente fragile: allagamenti con acque ristagnanti per giorni e continui danni per i residenti.

A Battilana durante l'alluvione del 10 novembre ha ceduto il "Muraglione", argine del Parmignola. Ma perchè le segnalazioni dei residenti (e non solo) non sono state prese in considerazione? Erano talmente palesi ed evidenti le anomalie del muraglione. Non ci basta che l'amministrazione si nasconda dietro rimpalli di competenze tra provincia di Massa-Carrara /della Spezia/Regione Toscana/regione Liguria. Ci mancava solo che la colpa del cedimento fosse stata data ai tedeschi , rei di aver costruito male il muraglione-Linea Gotica durante la seconda guerra mondiale!

A Bonascola i fossi, i canali e gli scoli dei colli della Piana di Maggio a ridosso del centro abitato formano un imbuto naturale che  riversa le acque nel canale principale "Botria" che in via della Perla trova la sua tombatura scorrendo sotto il manto stradale verso il centro.

L' enorme quantità di fango, la legna tagliata (e colpevolmente abbandonata) e i detriti, la poca manutenzione del canale sotto la via della Perla ed il ridotto dimensionamento della tombatura hanno causato l'intasamento, lo scoppio della tombatura e la tracimazione del canale che per oltre 50 metri ha divelto il manto stradale, rendendo inagibile l'unica via (che di fatto coincide con il canale tombato) di accesso al centro abitato.

Non è stato risparmiato nemmeno la frazione dove abita lo smemorato sindaco: Fossone.

Già il nome lascia intendere che la cura del territorio e le precauzioni dovrebbero essere forti e notevoli. Ma anche in questo caso abbiamo l'ormai tradizionale fosso o canale forzatamente tombato  che sporco, in alcuni tratti trasformato in discarica , si ribella e ritrova uno spazio a lui più congeniale. L'acqua il suo percorso se lo crea sempre....sono millenni che l'umanità lo sa!

4 diverse zone del Comune ma con un denominatore comune: scarsa conoscenza e pianificazione del territorio, pessima o assente manutenzione, fossi o canali tombinati, cemento.

 

Da Fossola verso “il monte” (intervento di Francesco De Pasquale)

 

Salendo verso monte arriviamo alla zona di Fossola, dove si sono avuti ben due eventi alluvionali:

uno causato da un canale che attraversa via Agricola, esondato una prima volta, proprio in corrispondenza dell’attraversamento e una seconda volta, con effetti ben più devastanti, in occasione della seconda alluvione, a causa dei detriti accumulati in corrispondenza del piccolo ponte. Più a monte, all’intersezione tra via Agricola e via Centrale, abbiamo avuto il secondo punto critico: una strada privata di accesso ad alcune villette, mal asfaltata, che ha occupato il tracciato di un canale di scolo delle acque piovane. Le forti piogge hanno provocato la “riappropriazione” da parte dell’acqua, del proprio percorso, buttando all’aria la precaria asfaltatura, trascinando terre e detriti in abbondanza sulla via Centrale, danneggiandone l’asfalto, fino a ritornare nell’alveo naturale più a valle, dove ha causato ulteriori danni facendo franare i terreni posti tra la strada e il canale sottostante.

Arriviamo poi alla Fossa dei Leoni, il cui terreno di gioco è stato alluvionato non dal Carrione che scorre al suo fianco, ma dall’acqua scesa dal viale XX Settembre, lungo la rampa di accesso agli spogliatoi e alla palestra.

All’altezza di S.Ceccardo si sono verificati ben tre eventi franosi, due dei quali hanno interessato dei fossi tombati: un fiume di acqua, terra e sassi si è così riversato sul v.le XX Settembre, ingigantendone la portata. Per non parlare poi di Stabbio, sul versante opposto, dove un’altra tombatura ha provocato l’ennesima esondazione, con la via Carriona ancora oggi chiusa.

Salendo ancora arriviamo a Sorgnano, dove l’incuria, la manutenzione inadatta dei canali e numerosi smottamenti hanno trascinato fino alla Lugnola acqua, terre, alberi, detriti che hanno di nuovo inondato i negozi e il seicentesco santuario delle Grazie, allagato per due volte in meno di dieci anni, dopo 4 secoli di tranquillità.

Un breve accenno poi alle frane di Gragnana e Linara, per passare a Miseglia dove tutt’ora incombe un ravaneto che tra l’altro dirotta le abbondanti precipitazioni (e sassi) lungo la strada e nel paese stesso. Poco più in basso abbiamo poi la località Mortarola dove il Carrione è costretto a passare sotto uno stretto e basso ponte, scavalcandolo e riprendendosi il suo corso naturale lungo la strada.

Non si possono poi tacere i cumuli di terre derivanti dall’escavazione del marmo, che vengono lasciati esposti in cava alle intemperie, se non direttamente scaricati lungo i versanti dei monti, andando così a occupare l’alveo dei numerosi canali che poi si immettono nel Carrione, provocandone l’innalzamento nel suo tratto terminale.

 

Nel 2005 sono arrivati 104 Milioni di euro (chiusura di Matteo Martinelli)

 

Ci sono almeno altri due aspetti importanti sui quali fare una seria riflessione. Uno riguarda il come e quanti soldi dei contribuenti siano stati spesi in passato per la messa in sicurezza del nostro territorio. Solo nel 2005 la regione Toscana ha stanziato circa 104mln di euro per il territorio della provincia di Massa Carrara, di cui circa 40 mln di euro solo per la messa in sicurezza del torrente Carrione. Vorremo, data l'enormità dei soldi stanziati, Che qualcuno indagasse sulla corretta utilizzazione dei nostri soldi, visto che gran parte degli interventi riguardavano punti nuovamente colpiti dall'ultima alluvione.

Un altro aspetto riguarda la mancanza di un piano integrato per la messa in sicurezza idrogeologica del  territorio. A distanza di quasi 10 anni dall evento alluvionale del 2003 sembra che esista solo un completamento del piano di rischio, cioe' sembra che siano state fatte solo azioni conoscitive di indagine che non bastano da sole ad evitare il ripetersi di eventi tristemente noti.  Sono stati fatti interventi, alcuni di dubbia utilita', senza una vera pianificazione.

Si deve fare di più, ed è necessaria una visone globale e integrata sia dei rischi sia delle soluzioni ai problemi. Solo con la buona politica, con il coordinamento attivo tra le istituzioni, Stato Regione e Comuni ed i centri di competenza in materia come le Università,  e i cittadini e professionisti del Territorio, possiamo pianificare gli interventi efficaci.  Finché non si deciderà di fare i lavori pubblici seguendo le leggi della natura e non quelle economico-finanziarie, andrà sempre peggio.

Per tutti i motivi sopra evidenziati, considerati i danni economici, psicologici, e il rischio che la popolazione ha corso, considerato che l'attuale sindaco governa ininterrottamente dal 2007 e dal 2002 al 2007 era assessore all'assetto del territorio, e fin dagli anni novante ha avuto incarichi politici in questo comune, considerato che i partiti e le persone che lo sostengono sono le stesse che mal governano questa città negli ultimi vent'anni, per tutti questi motivi il gruppo consigliare del movimento 5 stelle in rappresentanza degli attivisti e di tutti i cittadini che ci hanno dato una testimonianza del disastro subito, chiede:

le dimissioni dell'attuale sindaco e della giunta del Comune di Carrara.

 

 

 

Domenica 02 Dicembre 2012 18:24

I candidati al parlamento del M5S? Li scegli tu!

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Le votazioni per il Parlamento si terranno da lunedì 3/12/12 a giovedì 6/12/12 dalle 10.00 alle 17.00 di ogni giorno. Da lunedì sarà presente sul portale del MoVimento 5 Stelle e qui sul Blog il link che ti porterà all'area del voto. Per accedere all'area dovrai usare l'email e la password che utilizzi per accedere al portale del MoVimento 5 Stelle. Se non ricordi la password puoi crearne una nuova qui: http://www.beppegrillo.it/movimento/login.php

Qualora dovessi avere problemi con le votazioni compila questo form: http://www.beppegrillo.it/movimento/verifica_requisiti_elettore.php

(da beppegrillo.it)

 

I cittadini iscritti al portale del Movimento 5 Stelle potranno scegliere quali saranno i loro candidati al parlamento nelle prossime elezioni nazionali. Ogni singolo candidato sarà quindi scelto, per la prima volta in Italia,  non dalle segreterie di partito, ma direttamente dai cittadini attivi attraverso la rete.

Hanno dato la loro disponibilità a candidarsi per il parlamento anche sei attivisti del gruppo di Carrara e quindi ci sono sei “aspiranti candidati” residenti nella nostra città. Ve li presentiamo, in modo che possiate scegliere con qualche informazione in più:

 

Laura Bottici

 

 

Sara Paglini

 

Carlo Baratta

 

Antonio Blasco Bonito

 

Maurizio Giuntoni

 

Andrea Raggi

 

 

 

Sabato 24 Novembre 2012 13:46

Censimento del cemento: la campagna diventa permanente

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Riportiamo un articolo preso dal sito salviamoilpaesaggio.it

Fonte dell' articolo: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/07/censimento-del-cemento-a-che-punto-siamo/

Censimento del cemento: due mesi in più per i Comuni, campagna permanente per i cittadini

 

Entra nel vivo la campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”; le risposte dei Comuni italiani iniziano a crescere di numero e di approfondimento, ma il ritmo è tutt’altro che sostenuto e denota una scarsa volontà delle amministrazioni a compilare e restituire la scheda censuaria proposta dal nostro Forum. Il prezioso lavoro che i Comitati Salviamo il Paesaggio stanno articolando in ogni parte d’Italia si è trasformato in una sorta di civico “pressing” di grande determinazione.

 

Tanto che la prevista scadenza della prima parte della campagna è stata aggiornata: ancora due mesi di proroga (fino al 31 dicembre) sono stati infatti concessi ai Comuni (rispetto alla scadenza prevista per la fine di Ottobre) per la consegna delle schede censuarie richieste. Dal 2 di Gennaio, dunque, entrerà in gioco la seconda parte dell’azione prevista dalla campagna nazionale: l’elaborazione della nostra Proposta di Legge d’Iniziativa Popolare che renda metodo “obbligato” quanto la nostra scheda di censimento prevede per ogni Variante o nuovo Piano Urbanistico (ad esempio: conoscere l’ammontare di capannoni e abitazioni vuote, sfitte, non utilizzate o il rapporto attuale tra superficie comunale e tessuto già urbanizzato, prevedere un coinvolgimento pubblico dei cittadini alla nuova pianificazione …).

 

Ma l’importanza di disporre di dati certi, Comune per Comune, ha portato alla decisione di non sospendere la campagna a livello territoriale e, anzi, a renderla ancora più incisiva. Anche dopo il 31 Dicembre i solleciti alle amministrazioni da parte dei nostri Comitati continueranno in ogni territorio: la scheda censimento, compilata dai Comuni e con dati quindi rigorosamente attendibili, è strumento essenziale per restituire ai cittadini un ruolo di co-decisore delle scelte urbanistiche. E quindi avanti con forza … sul fronte nazionale e su quello locale la spinta al cambiamento continua. E oggi, anche grazie a noi, l’agenda delle priorità della politica contiene finalmente il prezioso tema del contenimento del consumo di suolo …

 

Fonte dell' articolo: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/07/censimento-del-cemento-a-che-punto-siamo/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 14 Novembre 2012 17:44

Non cambieranno mai

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Riproponiamo il nostro articolo del 2010 purtroppo sempre attuale riguardo ai disastri dei giorni scorsi causati da eventi così eccezionali che capitano ogni due anni e dall'idiozia dei nostri amministratori che continuano a incoraggiare la cementificazione del territorio senza ritegno e senza cervello:

 

 

COMUNICATO STAMPA del 05/11/2010

 

In Italia il 70% dei comuni sono ad elevato rischio idrogeologico, sono a rischio di frane o inondazioni. Per capire che questa è la realtà, in effetti, non servirebbero percentuali ed analisi ben precise, perché questa è una convinzione che ognuno di noi ha già, basta accendere una TV per rendersene conto: dal Veneto alla Campania, dal Piemonte alla Sicilia, passando per la Liguria o Toscana, tutta Italia si alterna in tragedie di fango.

 

Questa situazione è dovuta solo in parte alla peculiare morfologia italiana, perché su questa grava una scellerata azione di governo del territorio: si continuano ad impermeabilizzare fette sempre più ampie di suolo, cementificandolo, le reti di canali e fognarie sono obsolete, si tagliano i fondi per la prevenzione, si tagliano alberi, non vi è una azione di controllo capillare, i corsi d’acqua non vengono puliti e così via. Si interviene solo in situazione di emergenza conclamata, con modalità militaresche, cercando di riparare all’irreparabile. Quello che forse non tutti sanno, è che sarebbe possibile mettere in sicurezza il territorio ed eliminare le situazioni di elevato rischio. Questo ovviamente richiede soldi, molti soldi, ma non così tanti da risultare impossibile.

 

Secondo alcune stime per mettere in sicurezza il rischio frane su tutto il territorio nazionale, occorrerebbe una cifra nell’ordine di 5 miliardi di euro, cioè la metà di quanti se ne stanno stanziando per la nuova autostrada “Romea” (Mestre – Civitavecchia). E allora si capisce che non è una questione di fatalità, che la sfortuna non c’entra nulla, ma è tutta una questione di scelte, di come vengono spesi i soldi, di cosa viene considerato prioritario e di cosa invece no. E’, cioè, una questione puramente politica. Si punta tutto sulle grandi opere, la TAV, il ponte sullo stretto, autostrade, trafori e non rimangono che le briciole per quella rete di interventi che dovrebbe servire da protezione ai cittadini.

 

A questo punto, essendo una questione politica, sarebbe facile - oltreché giusto, ed anzi auspicabile - prendersela con i governi Berlusconi che hanno caratterizzato gli ultimi 10 anni di politica del paese e che ci auguriamo finiscano presto, ma in questo momento abbiamo urgenza di concentrarci sul territorio apuano. Se nelle considerazioni appena fatte si sostituisse la parola “Italia” con “Carrara” e magari “autostrada romea” con “strada dei marmi”, ci renderemmo conto che in casa nostra valgono esattamente le stesse considerazioni fatte per il territorio nazionale, che la politica di gestione del territorio è esattamente la solita, a dispetto del – presunto – diverso schieramento politico. Anche qui si interviene solo dopo l’emergenza, cioè senza una reale pianificazione (e con i rischi che questo comporta) e si punta tutto sulle grandi opere. Metà del bilancio comunale se ne va nella strada dei marmi, decine di milioni per un assurdo impianto di CDR, in un territorio che sta franando verso mare.

 

Non ci sentiamo, in questo momento, di puntare il dito sulle tragedie e quindi ci limitiamo a prendere nota delle centinaia di frane sulle colline ai piedi delle Apuane nello scorso fine settimana, poi del crollo di un palazzo del ‘600 in pieno centro, là dove si stava operando per la “messa in sicurezza” del torrente Carrione (lavori “pianificati” in seguito all’emergenza alluvione del 2003). Ancora della settimana scorsa invece, c’era preoccupazione per le terre depositate ai Ponti di Vara, quindi i paesi a monte che restano a turno tagliati fuori a causa di frane e smottamenti delle vie di accesso, oggi tocca a Colonnata, come è toccato in precedenza a Fontia o Codena, Bergiola, Sorgnano, e via via in un giro di giostra che prima o poi tocca tutti i paesi delle nostre montagne. E al piano le cose non vanno certo meglio.

 

Ricoridamo cosa accadde nel 2003 e ne sanno qualcosa gli abitanti della zona di Battilana o dell’area tra via Monzone e via Bassa a Marina, dove ogni due ore di pioggia si alluvionano cantine e garage, i giardini si trasformano in laghetti e dove nonostante la rete fognaria fosse già da decenni palesemente inadeguata: è proprio lì che si è maggiormente insistito con nuove costruzioni di palazzine in questi ultimissimi anni, caricando ulteriormente la rete e rendendo ancora più impermeabile il suolo. Mettere in sicurezza le zone di frana, costruire strade sicure, adeguare la reti fognarie, monitorare torrenti e canali, tenere puliti gli alvei, creare bacini di sfogo e soprattutto pianificare questi interventi in modo da poter lavorare in situazioni di sicurezza e prima delle emergenze, lo sappiamo tutti, costa.

 

Quello che ci chiediamo è come mai ai piedi delle Apuane per queste cose i soldi mancano sempre, ma i finanziamenti per waterfront, impianti di cdr, porti, gallerie, scale mobili e assurdi trafori si trovano sempre? Il problema, lo ribadiamo, è tutto politico. Di conseguenza l’unica soluzione possibile è che sia chiamata alle proprie responsabilità questa classe politica, indistintamente dal colore perché – con i loro caschi e giubbotti gialli della protezione civile sui luoghi dei disastri - è indistinguibile nelle azioni, e che i cittadini riprendano il controllo diretto della gestione dei beni comuni e del territorio, senza l’intermediazione di quei centri di potere che oggi chiamiamo partiti.

 

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Riceviamo e pubblichiamo l'esposto di Legambiente:

 

 

 

Miseglia nuovamente allagata grazie all’incuria del Comune: esposto alla Procura della Repubblica


Alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Massa
Al Sindaco di Carrara

Ricorrere al detto “piove: governo ladro” sarebbe veramente ingiusto; con precipitazioni intense come quelle del 10 notte, infatti, frane, straripamenti, allagamenti e disagi saranno sempre inevitabili. Ma vi sono tante situazioni in cui gli effetti distruttivi della natura sono stati ingigantiti dal malgoverno del territorio: una di queste è Miseglia, sulla quale ci soffermiamo in quanto emblematica e perché già due anni fa avevamo segnalato il problema e indicato il da farsi.

Su Miseglia incombe il ravaneto di Calocara i cui detriti hanno colmato l’omonimo Fosso che scorreva a lato di Miseglia, fino a raggiungere il Carrione. Si tratta di una situazione già fragile poiché è evidente che se il Fosso di Calocara dovesse intasarsi, le sue acque potrebbero straripare ed invadere Miseglia. Può sembrare incredibile ma, a trasformare questa eventualità naturale in sistematica certezza, ci ha pensato l’uomo: una vera irresponsabile follia (Fig. 1).


Fig. 1. Il Fosso di Calocara (freccia blu) raccoglie le acque dell’omonima valle (colmata dal ravaneto) e le recapita nel Carrione di Colonnata. Il Fosso è stato sbarrato all’intersezione con via Miseglia superiore, all’uscita della galleria dell’ex ferrovia marmifera. In questo modo le acque piovane, non potendo proseguire nel fosso, sono costrette a straripare e a scendere a valle utilizzando come alveo le vie di Miseglia (frecce tratteggiate).

All’uscita della galleria dell’ex ferrovia marmifera, infatti, le arcate del ponte di via Miseglia superiore sono state murate, lasciando solo qualche piccolo foro per consentire lo scolo delle acque in occasione di brevi piogge (Fig. 2). È stata cioè compiuta la scelta, scientificamente certa, di far sì che, in occasione di forti precipitazioni, l’intera portata del fosso esca dall’alveo e scenda verso valle utilizzando come alveo le strade del paese.

L’unico accorgimento, adottato nel 2009, è la realizzazione di una vasca di sedimentazione al piede del ravaneto (Fig. 3), per raccogliere parte dei fanghi dilavati dal ravaneto stesso. La vasca (per il suo argine) rappresenta un ulteriore sbarramento del fosso ed ha un volume tale da essere riempita in un paio di minuti di intense precipitazioni. Così, come già avvenuto troppe volte, per le quattro ore del nubifragio di sabato notte, le acque cariche di fango sono state dirottate lungo le strade di Miseglia, allagando i piani bassi delle abitazioni.


Fig. 2. Il Fosso di Calocara è stato sbarrato sia dalla vasca di sedimentazione (vedi Fig. 3) sia dalla chiusura delle arcate del ponte; finché non si provvederà a riaprirle, le acque di piena continueranno a defluire lungo le strade.

Fig. 3. La vasca di sedimentazione al piede del ravaneto, vista dall’alto (le frecce indicano gli sfioratori delle acque). Nell’inserto a destra: l’argine della vasca in costruzione (2009), a lato di via Miseglia superiore, all’uscita della galleria dell’ex ferrovia marmifera.

Il 28 dicembre 2010, dopo l’ennesima invasione di Miseglia da parte di acque e fanghi, abbiamo chiesto al Comune una serie di interventi immediati, tra i quali lo svuotamento della vasca di sedimentazione e un’ordinanza alle cave di rimuovere tutti i cumuli di terre.

Ma, soprattutto, abbiamo chiesto al Comune di ordinare la rimozione completa del ravaneto di Calocara (a spese delle cave) e la riapertura delle arcate del ponte, al fine di rimuovere il doppio pericolo per Miseglia: essere sepolta da massi nel caso di frana del ravaneto ed essere invasa da acque e fanghi dopo ogni intensa precipitazione.

L’inerzia degli amministratori evidenzia le loro attente premure verso le cave: anziché arrecare ad esse il fastidio di rimuovere il ravaneto, hanno preferito condannare gli abitanti di Miseglia ad essere allagati ad ogni forte pioggia.

Per questi motivi, l’allagamento di Miseglia non può essere attribuito alle sole piogge, ma in primo luogo ad una consapevole scelta degli amministratori comunali. In considerazione di ciò, chiediamo alla Procura della Repubblica di procedere verso i responsabili, per omesso intervento e danno procurato.


Carrara, 12 novembre 2012
Legambiente Carrara





Allegato:

Esposto Procura


Segnalazione del 28/12/2010 di Legambiente al Comune di Carrara

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