Carrara 5 Stelle

Meetup Carrara

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Cosa accade ad Avenza?

Sabato 08 Marzo 2008 23:54 Pubblicato in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA del 08/03/08

 

Sul nostro territorio comunale, nella zona “industriale” a ridosso di Avenza, è in corso un processo di trasformazione, del quale la cittadinanza e gli stessi lavoratori impiegati nell’area sono tenuti all’oscuro. Su quello che sta accadendo escono sui media locali solo spezzoni di notizie, avere una visione di insieme del cambiamento in atto è un’impresa disperata.

 

Nel tentativo di comporre questo puzzle, non possono non saltare all’occhio eventi che vengono presentati all’opinione pubblica come episodi distinti, ma che definirli come coincidenze sarebbe un azzardo contrario ad ogni calcolo delle probabilità.

 

Nel 2003 la azienda privata Delca di Lucca e l’azienda a capitale pubblico Cermec costituiscono una società, chiamata Erre Erre, con la finalità di costruire e gestire un impianto per il trattamento di rifiuti. Il materiale in uscita da questo stabilimento dovrà poi essere bruciato in inceneritori (o termovalorizzatori che dir si voglia).

 

Questo impianto dovrebbe sorgere nell’area del Cermec. Da un articolo de Il Tirreno del 05/02/1999, quindi quattro anni prima, riportiamo le profetiche parole di Vaira, allora presidente del Cermec ed oggi presidente di Erre Erre: <<Al combustibile che esce da impianti come quello di Gallicano sono interessati CEMENTIFICI e CENTRALI ELETTRICHE, per cui si riesce facilmente a piazzarlo>>. Teniamo a mente queste parole: “cementifici” e “centrali termiche”. L’impianto di Gallicano, per la cronaca, è un impianto che produce CDR, come quello che successivamente si è deciso di fare al Cermec ed è di proprietà, guarda a caso, della stessa Delca. Da registrare anche che, all’epoca della costituzione di Erre Erre, da varie parti si contestò il fatto che non si era provveduto ad una gara pubblica per fare questa operazione, ma si era scelto Delca con una trattativa privata.

 

Il terreno adiacente al Cermec è occupato dal cementificio della Italcementi, del cui gruppo fanno parte anche Italgen, società che si occupa energia e centrali termoelettriche. Coincidenza ritroviamo le parole cemento e centrali elettriche.
Italcementi presenta proprio in quegli anni un progetto per la costruzione di una centrale termoelettrica alimentata a metano. Dalle cronache dell’epoca si evince come qualcuno avanzi dubbi che tale centrale possa ricorrere anche ad altri tipi di combustibile come le biomasse (ricordiamo si possono definire biomasse anche i rifiuti lavorati da appositi impianti, quando si dice il caso…). Il progetto viene però bocciato dalla Regione Toscana in sede di Valutazione di Impatto Ambientale e da allora tutto torna a tacere.

 

All’inizio del 2008 il progetto Erre Erre è arrivato in fase esecutiva, vengono avviate le gare per le costruzioni necessarie agli impianti, sembra quindi che ci si avvii alla sua realizzazione.
Dall’inizio del 2008 tra gli operai di Italcementi inizia a circolare la voce di una imminente chiusura dello stabilimento. Si vocifera anche di un possibile ritorno al progetto di una centrale termica. Sono solo voci di corridoio, che sorprendono i dipendenti, in quanto l’azienda pare in salute ed è anzi stato oggetto di premi negli ultimi anni. Nessuna nota ufficiale arriva invece dell’azienda, perché non è importante che i lavoratori siano avvisati per tempo, sono considerati solo piccole pedine di questa scacchiera.

 

Dall’altro lato della rete che separa Cermec e Italcementi, la realizzazione dell’impianto di brichettaggio dei rifiuti sembra ormai inarrestabile, c’è da superare solo un ultimo ostacolo. Parte dell’impianto sorgerà infatti sul territorio del Comune di Massa, ma per consentire la realizzazione di un impianto tecnologico in quel terreno, bisogna modificare il piano regolatore cittadino. Il Consiglio Comunale di Massa, fatte salve le inutili proteste dei cittadini che sono contrari all’incenerimento dei rifiuti, si svolge senza intoppi e la mattina di Mercoledì 27 Febbraio sia centro destra che centro sinistra votano compatti a favore della rimozione di quest’ultimo ostacolo. L’impianto, che prenderà i rifiuti e ne farà CDR pronto per essere bruciato in appositi “cementifici” o “centrali termiche”, si farà. Non solo si farà ma sarà anche molto grande, forse per poter trattare anche i rifiuti che arrivano da fuori provincia. Nonostante quanto riportato da alcuni portavoce, infatti, nel progetto di Erre Erre è messo in nero su bianco che l’impianto può trattare fino a 250.000 tonnellate di rifiuti (110.000 ton sono i rifiuti trattati in tutta la provincia lo scorso anno).

 

Venerdì 29 Febbraio, coincidenza solo due giorni dopo la rimozione di quel ultimo ostacolo, le cronache locali aprono con una notizia drammatica: Italcementi chiude lo stabilimento, perdono il posto 46 lavoratori. Nei giorni immediatamente successivi sui giornali si parla della possibilità di una centrale termoelettrica al posto dello stabilimento. Alcuni articoli parlano apertamente di inceneritore per rifiuti, in altri si parla di centrale termoelettrica a metano, altre voci ancora riportano la notizia di centrale alimentata a “biomasse”.

 

Naturalmente non c’è un nesso provato tra il fatto che al cermec si stia facendo un impianto che rende combustibili i rifiuti e la vicenda che nel terreno adiacente si chiuda una fabbrica in attivo per far posto ad una centrale che produce energia dalla combustione, ma è invece certo che la mancanza di trasparenza in questa vicenda non può che alimentare dubbi e paure nella cittadinanza, come del resto dimostrano i numerosi dibattiti che si stanno aprendo in tutta la provincia su questo tema ed il successo ottenuto dalle varie iniziative di raccolta firme sul tema della gestione dei rifiuti.

 

E neppure ci sono dubbi sul fatto che sia un dovere dell’amministrazione della nostra città intervenire immediatamente a chiarire quanto sta succedendo, a definire una volta per tutte quale sia la posizione dell’amministrazione rispetto alla gestione dei rifiuti finalizzata all’incenerimento (che i rifiuti poi si brucino qui o nel giardino dei nostri vicini, poco cambia) ed infine per valutare quali siano le soluzioni proposte rispetto ai problemi occupazionali.

 

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Schizofrenia dei rifiuti

Giovedì 02 Settembre 2010 23:50 Pubblicato in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA del 02/11/2010

 

La gestione dei rifiuti, nel Comune di Carrara, pare essere caratterizzata da grande ambiguità ed incertezza: da una parte si va estendendo la raccolta porta-porta che - aumentando esponenzialmente la quantità di materiale avviato al riciclo - riduce drasticamente la quantità di rifiuti residui da trattare, dall’altra si sono investiti milioni di euro in un grosso impianto di produzione di CDR (150000 ton all’anno di Combustibile Derivato da Rifiuti) da parte di una società mista pubblico (51%) – privato (49%), cioè si punta forte su enormi quantità di rifiuti non differenziati, da bruciare.
 

L’ultimo dato annuale di Carrara, precedente all’avvio del primo progetto pilota di porta-porta, è quello relativo al 2007, dove la differenziata si attestava al 15.7%, con un trend negativo. Nel Giugno 2008 partiva il primo progetto di porta-porta su 3500 residenti, dopo un altro anno (Lug. 2009) il progetto veniva esteso ad altre 5600 persone e da allora, un quartiere alla volta, sta continuando a crescere. Attualmente il porta-porta serve 12800 residenti che entro fine anno diventeranno 17300.
 

Le percentuali di raccolta sono altissime: 79.5% nelle zone raggiunte dal porta-porta che vanno ad incidere pesantemente sulla percentuale complessiva di RD del comune che nel 2010 (dato aggiornato a Luglio) sale finalmente al 35% (ed entro fine anno dovrebbe fare un ulteriore balzo in avanti).
 

Fino ad ora la nuova raccolta ha richiesto una dozzina di nuovi assunti, che si presume diventino oltre 60 quando il porta-porta sarà attivo su tutto il comune, perché ormai questa strada dovrebbe essere segnata e prima o poi sarà coperto tutto il territorio comunale, mentre i costi per la comunità, considerato il minor costo di smaltimento, restano sostanzialmente invariati.
 

Ripensando a quel 2007 quando a Massa invitammo per la prima volta il prof. Connet a parlare di “rifiuti zero” e ci sentimmo rispondere dall’assessore provinciale all’ambiente “sono belle parole, ma da noi non c’è la mentalità, manca la cultura, la gente non lo farebbe mai”, e nel frattempo la raccolta scendeva al 15.7%, cioè sotto al minimo di legge e quindi passibili di “eco multe”, nonché sotto la soglia della decenza per un paese che si vuole definire avanzato. Ebbene ripensandoci ora possiamo dire: AVEVAMO RAGIONE NOI! Avevamo (ed abbiamo) ragione su tutta la linea e quello che andiamo dicendo da anni è ora lì riscontrato dai numeri: aumento esponenziale della differenziata ed aumento dell’occupazione a parità di costi, mentre restano incalcolabili i benefici ambientali.
 

Di conseguenza la classe politica locale dovrebbe prima di tutto chiedere scusa ai propri elettori per avergli attribuito scarsa cultura ecologica, in secondo luogo dovrebbe ringraziare i cittadini che stanno ottenendo questi ottimi risultati (sono loro a meritare la foto sul podio del Giro d'Italia!) e poi gratificare chi ricicla con maggiore scrupolo, abbandonando la tassa TARSU per passare ad una “Tariffa” che tenga conto di chi effettivamente produce rifiuti. Bisogna, infine, che sia fornita ai cittadini maggiore informazione su come differenziare: “Dove butto questo?” è la domanda più frequente. Alle istituzioni suggeriamo l’apertura di uno spazio domande/risposte sui siti del Comune e di AMIA e di utilizzare il giornale Agorà per fornire informazioni pratiche di questo tipo. Ai nostri concittadini raccomandiamo di non farsi scrupoli e telefonare ad AMIA per ogni dubbio e per segnalare disservizi o difficoltà, è loro preciso dovere rispondere e risolvere eventuali problemi.
 

Sul rovescio della medaglia c’è l’impianto per il CDR, che è teoricamente completato da mesi, ma problemi tecnico/autorizzativi ne hanno impedito l’avvio. Recentemente la dirigenza di Erre Erre ha fatto sapere che le autorizzazioni sono arrivate a Luglio e l’impianto sta per partire, ma ad Agosto sono fermi per la manutenzione ordinaria (pur non essendo l’impianto mai entrato in funzione!). Alcuni ritengono che quell’impianto non produrrà mai neppure 1kg di bricchette, a noi semplici cittadini non è dato saperlo, ma dopo aver letto i dati sulla raccolta differenziata, quel che tutti dovrebbero avere capito è che le 150 000 ton previste per quell’impianto non sono certo rifiuti della nostra città e nemmeno della provincia e quindi dovranno arrivare da fuori. Di conseguenza non siamo di fronte ad una operazione “ambientale” per scongiurare una presunta ”emergenza rifiuti”, ma una operazione puramente finanziaria e commerciale.
 

E se dal punto di vista ecologico si spera che l’impianto non vada mai in funzione, dall’altra ci si dispiace per tutti quei milioni buttati al vento (12.5 o 18 milioni? o forse 22? i numeri che circolano non sono affatto chiari) e con i quali si sarebbero potute fare cose molto importanti. In Toscana c’è una mancanza cronica di piattaforme per la selezione di materiale avviato al riciclo, un investimento in questo senso sarebbe stato coerente con la scelta ecologica di puntare all’aumento della raccolta differenziata, oltre ad avere di una migliore economicità e a dare maggiori garanzie occupazionali rispetto ad un impianto per rendere combustibili i rifiuti. Si sarebbero inoltre potute avviare importanti politiche per la riduzione dei rifiuti, invece di scommettere sulla quantità di rifiuti.
 

Chiediamo quindi, per l’ennesima volta, che venga fornito alla cittadinanza un chiarimento sullo stato dell’impianto di via Passo Volpe ad Avenza, che venga fatta chiarezza su quanti milioni è costato questo impianto alla comunità (inclusi i debiti di Cermec), vorremmo sapere da dove arriveranno i rifiuti che l’impianto dovrebbe trattare e vorremmo conoscere esattamente dove e in quali impianti verranno bruciati i rifiuti trasformati in CDR. Vorremmo infine che la nostra amministrazione chiarisse quali sono i piani per il ciclo dei rifiuti: i grandi impianti sulla via dell’incenerimento non sono compatibili con un percorso di riduzione dei rifiuti, una scelta si impone.
 

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Carrara, Italia.

Venerdì 05 Novembre 2010 23:48 Pubblicato in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA del 05/11/2010

 

In Italia il 70% dei comuni sono ad elevato rischio idrogeologico, sono a rischio di frane o inondazioni. Per capire che questa è la realtà, in effetti, non servirebbero percentuali ed analisi ben precise, perché questa è una convinzione che ognuno di noi ha già, basta accendere una TV per rendersene conto: dal Veneto alla Campania, dal Piemonte alla Sicilia, passando per la Liguria o Toscana, tutta Italia si alterna in tragedie di fango. Questa situazione è dovuta solo in parte alla peculiare morfologia italiana, perché su questa grava una scellerata azione di governo del territorio: si continuano ad impermeabilizzare fette sempre più ampie di suolo, cementificandolo, le reti di canali e fognarie sono obsolete, si tagliano i fondi per la prevenzione, si tagliano alberi, non vi è una azione di controllo capillare, i corsi d’acqua non vengono puliti e così via. Si interviene solo in situazione di emergenza conclamata, con modalità militaresche, cercando di riparare all’irreparabile.

 

Quello che forse non tutti sanno, è che sarebbe possibile mettere in sicurezza il territorio ed eliminare le situazioni di elevato rischio. Questo ovviamente richiede soldi, molti soldi, ma non così tanti da risultare impossibile. Secondo alcune stime per mettere in sicurezza il rischio frane su tutto il territorio nazionale, occorrerebbe una cifra nell’ordine di 5 miliardi di euro, cioè la metà di quanti se ne stanno stanziando per la nuova autostrada “Romea” (Mestre – Civitavecchia).

 

E allora si capisce che non è una questione di fatalità, che la sfortuna non c’entra nulla, ma è tutta una questione di scelte, di come vengono spesi i soldi, di cosa viene considerato prioritario e di cosa invece no. E’, cioè, una questione puramente politica. Si punta tutto sulle grandi opere, la TAV, il ponte sullo stretto, autostrade, trafori e non rimangono che le briciole per quella rete di interventi che dovrebbe servire da protezione ai cittadini. A questo punto, essendo una questione politica, sarebbe facile - oltreché giusto, ed anzi auspicabile - prendersela con i governi Berlusconi che hanno caratterizzato gli ultimi 10 anni di politica del paese e che ci auguriamo finiscano presto, ma in questo momento abbiamo urgenza di concentrarci sul territorio apuano.

 

Se nelle considerazioni appena fatte si sostituisse la parola “Italia” con “Carrara” e magari “autostrada romea” con “strada dei marmi”, ci renderemmo conto che in casa nostra valgono esattamente le stesse considerazioni fatte per il territorio nazionale, che la politica di gestione del territorio è esattamente la solita, a dispetto del – presunto – diverso schieramento politico. Anche qui si interviene solo dopo l’emergenza, cioè senza una reale pianificazione (e con i rischi che questo comporta) e si punta tutto sulle grandi opere. Metà del bilancio comunale se ne va nella strada dei marmi, decine di milioni per un assurdo impianto di CDR, in un territorio che sta franando verso mare. Non ci sentiamo, in questo momento, di puntare il dito sulle tragedie e quindi ci limitiamo a prendere nota delle centinaia di frane sulle colline ai piedi delle Apuane nello scorso fine settimana, poi del crollo di un palazzo del ‘600 in pieno centro, là dove si stava operando per la “messa in sicurezza” del torrente Carrione (lavori “pianificati” in seguito all’emergenza alluvione del 2003). Ancora della settimana scorsa invece, c’era preoccupazione per le terre depositate ai Ponti di Vara, quindi i paesi a monte che restano a turno tagliati fuori a causa di frane e smottamenti delle vie di accesso, oggi tocca a Colonnata, come è toccato in precedenza a Fontia o Codena, Bergiola, Sorgnano, e via via in un giro di giostra che prima o poi tocca tutti i paesi delle nostre montagne.  E al piano le cose non vanno certo meglio. Ricoridamo cosa accadde nel 2003 e ne sanno qualcosa gli abitanti della zona di Battilana o dell’area tra via Monzone e via Bassa a Marina, dove ogni due ore di pioggia si alluvionano cantine e garage, i giardini si trasformano in laghetti e dove nonostante la rete fognaria fosse già da decenni palesemente inadeguata: è proprio lì che si è maggiormente insistito con nuove costruzioni di palazzine in questi ultimissimi anni, caricando ulteriormente la rete e rendendo ancora più impermeabile il suolo.

 

Mettere in sicurezza le zone di frana, costruire strade sicure, adeguare la reti fognarie, monitorare torrenti e canali, tenere puliti gli alvei, creare bacini di sfogo e soprattutto pianificare questi interventi in modo da poter lavorare in situazioni di sicurezza e prima delle emergenze, lo sappiamo tutti, costa. Quello che ci chiediamo è come mai ai piedi delle Apuane per queste cose i soldi mancano sempre, ma i finanziamenti per waterfront, impianti di cdr, porti, gallerie, scale mobili e assurdi trafori si trovano sempre?

 

Il problema, lo ribadiamo, è tutto politico. Di conseguenza l’unica soluzione possibile è che sia chiamata alle proprie responsabilità questa classe politica, indistintamente dal colore perché – con i loro caschi e giubbotti gialli della protezione civile sui luoghi dei disastri - è indistinguibile nelle azioni, e che i cittadini riprendano il controllo diretto della gestione dei beni comuni e del territorio, senza l’intermediazione di quei centri di potere che oggi chiamiamo partiti.

 

Meetup Carrara – MoVimento 5 Stelle

Manifestazione EATON

Venerdì 19 Novembre 2010 23:46 Pubblicato in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA del 19/11/2010

 

Nei giorni scorsi, anche a Massa, come avviene in tutta Italia, dalla Val di Susa a Terzigno, passando per Brescia, Vicenza o L’Aquila, dei pacifici cittadini, in questo caso lavoratori che difendevano il proprio posto di lavoro, sono stati presi a manganellate dalle “forze dell’ordine”. Pensiamo a quanto spazio ha ottenuto sui TV e giornali nazionali il trattamento subito dai lavoratori della Eaton e capiremmo quante sono le vicende analoghe che avvengono quotidianamente in tutta Italia e di cui non siamo informati. Quando i cittadini pongono domande non ottengono risposte, quando manifestano non ottengono ascolto, quando reclamano diritti non ottengono giustizia, l’unico modo che l’attuale sistema di potere ha di relazionarsi con i normali cittadini che osano dissentire dal pensiero unico del partito unico è il manganello. Da anni i Meetup in tutta Italia ed ora il MoVimento 5 Stelle chiedono che sulle divise e sui caschi delle forze dell’ordine sia esposto ben visibile un numero identificativo di riconoscimento degli agenti, in maniera che sia possibile identificare chi si nasconde dietro una divisa per compiere eventuali abusi e che nuociono alle stesse forze dell’ordine.

 

Non vogliamo che la strada della violenza diventi una opzione possibile anche nella nostra terra, per questo riteniamo che sia necessario dare subito una risposta decisa ed inequivocabile che ci veda tutti uniti, lavoratori, studenti e società civile. Ci appelliamo quindi a TUTTI i cittadini di Carrara e di Massa chiedendo di aderire numerosi alla manifestazione che i lavoratori della Eaton hanno indetto per domani Sabato 20 Novembre e di ritrovarsi alle ore 9.30 davanti ai cancelli della fabbrica in via Aurelia Ovest a Massa.

 

Meetup Carrara – MoVimento 5 Stelle

Carrara è a favore del nucleare?

Martedì 21 Dicembre 2010 23:39 Pubblicato in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA del 21/12/2010

 

Nel Maggio del 2009 il Meetup di Carrara presentò alla Commissione Ambiente una proposta per fare in modo che il Comune di Carrara dichiarasse il proprio territorio come “denuclearizzato” e contemporaneamente si impegnasse ad avviare una politica di buone pratiche di risparmio ed efficienza energetica, nonché a favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il testo presentato - che ad onor del vero è stato accolto favorevolmente dal Presidente della Commissione – è di fatto una delibera già pronta per essere portata in Consiglio e votata, completata da dati e numeri che motivano in maniera inequivocabile, sia sul piano ecologico che economico,  la scelta di dichiararsi contrari alla ripresa degli investimenti in energia nucleare tanto sbandierata dal governo nazionale.

 

Si tratterebbe quindi di una dichiarazione di intenti, che assume però un grande valore politico se si pensa che già molti comuni, in questi ultimi mesi, si sono dotati di delibere simili, inviando un segnale non trascurabile che dalle città arriva fino a Governo e Parlamento.  Si tratterebbe solo di vedere se i cittadini di Carrara, per mezzo della loro rappresentanza in Consiglio Comunale, sono favorevoli o contrari al nucleare e quindi di dichiarare apertamente ed inequivocabilmente la loro posizione. Insomma di fare una scelta politica chiara.

 

E’ qui che cominciano i problemi di quella proposta. La chiarezza, come è noto, non è alleata della nostra classe politica. Ecco allora che, tra una discussione e l’altra, la proposta resta arenata in Commissione Ambiente. Si dice che alcuni membri della commissione abbiano preso tempo in quanto non sufficientemente preparati nello specifico campo per poter assumere una decisione in merito. Confidando sul fatto che nel frattempo questi signori si siano iscritti a Fisica Nucleare, consiglieremo anche un corso di Scienze Politiche perché questi consiglieri, forse inconsapevolmente, hanno così sconfessato i principi della democrazia stessa che prevede che le decisioni siano prese dai cittadini (o una loro rappresentanza) e non da chi ne sa di più in materia. Forse questi consiglieri sono esperti in materia tributaria quando deliberano sulle tasse? e anche esperti di urbanistica quando decidono in materia di viabilità? o forse si astengono dal deliberare sul verde pubblico non avendo studiato agronomia?

 

Dopo tanto dibattimento o meglio dopo tanto rimandare, di un documento che lo ricordiamo era stato già preparato pronto per essere messo ai voti, pare che finalmente ci sia la possibilità che approdi in Consiglio Comunale. Si dice però che una parte della maggioranza abbia presentato, dopo soli 18 mesi, una contro-proposta, e che sia però una versione “politichese” della nostra proposta originaria, ovvero molto meno chiara, più ambigua e meno netta. Viene spontaneo chiedersi se gli elettori di Carrara che hanno votato questa maggioranza, siano consapevoli che i loro rappresentanti non avevano già una posizione netta contro il nucleare.

 

Per questo ci appelliamo ai singoli Consiglieri, di non dare ascolto alle segreterie di partito (o di lista, se preferite) e votare una eventuale delibera in questo senso solo in base al principio di rappresentanza della democrazia: decidete ciò che ritenete che deciderebbero i cittadini di Carrara.

 

Meetup Carrara – MoVimento 5 Stelle Carrara

Seminario Rifiuti Zero a Capannori

Lunedì 03 Gennaio 2011 16:04 Pubblicato in Blog

 

Capannori, come molti sanno, è il primo comune in Italia ad aver aderito alla strategia rifiuti zero. Qui si è svolto il 20 e 21 Novembre 2010 il Seminario Rifiuti Zero durante il quale si sono ritrovati tutti i protagonisti italiani di Rifiuti Zero, con la presenza di personaggi internazionali del calibro del prof. Paul Connett della St. Lawrence University e di Joan Marc Simon di G.A.I.A. (Global Alliance for Incinerator Alternatives).

 

E' con grande piacere che vi segnaliamo che sono ora disponibili in rete i video di tutti gli inteventi del seminario, che trovate elencati qui di seguito. Sono documenti di straordinaria importanza per capire le potenzialità di questa strategia ed esempi concreti di applicazione.

 

Sabato 20 Novembre:

 

http://vimeo.com/17570365 Giorgio Del Ghingaro Sindaco di Capannori

 

http://vimeo.com/17609217 Maurizio Gatti (Presidente Ascit) e Gianluca Fioretti (Presidente Comuni Virtuosi)"


http://vimeo.com/17594941 Interventi di Pinuccia Montanari (Agenda 21), Livio Martini (Vice Sindaco di Corchiano Vt), Giuseppe Tartarini (Assessore all'ambiente Comune di Seravezza).


http://vimeo.com/17686814 Interventi di: Roberta Rendina (Università di Bologna facoltà di agraria,collaboratrice di Andrea Segrè, presenta il “LAST MINUTE MARKET” per i prodotti alimentari in via di scadenza), Luca Boccalatte (Ecopunto di Niscemi presenta il progetto commerciale “ Pasta dal Riciclaggio”), Valerio Bonetti (EFFECORTA DI MARLIA presenta “Prodotti sfusi, riduzione imballaggi, filiera corta”)."


http://vimeo.com/17650852 Rossano Ercolini presenta il Centro di Ricerca Rifiuti Zero a seguire i fratelli Giancristofaro presentano il "Car Fluff" come recuperare materiali utili dalle auto destinate alla demolizione, creando posti di lavoro.

 

http://www.youtube.com/watch?v=bt2_l_aaRKo Rossano Ercolini. Centro Ricerca Rifiuti Zero Capannori

 

http://vimeo.com/17707393 Enzo Favoino (Ridurre i rifiuti a partire dai RUR, rifiuti urbani residui), Roberto Cavallo (Settimana europea di riduzione dei rifiuti)

 

http://vimeo.com/17960644 Luca Roggi (Team operativo centro ricerca Rifiuti Zero) Primo “caso studio” sulla “riprogettazione”delle “capsule e cialde da caffè usa e getta”.

 

http://vimeo.com/18320257 Andrea Nervi (amministratore unico di Ecobimbi) presenta il progetto "pannolini e pannoloni riciclabili". Al termie intervengono Enzo Favoino e Roberto Cavallo.

 

http://vimeo.com/17975774 Raphael Rossi - (ente di ricerca ESPER). Passaggio ad una tariffazione puntuale. Da TARSU a TIA"

 

http://www.youtube.com/watch?v=tH4cQfjEYOE - Vincenzo Cenname "Perchè sono stato rimosso"

 

http://vimeo.com/18216448 Gli studenti dell'ISIA di Firenze,guidati dall'Architetto Paolo Deganello, mostrano alcuni esempi di possibile “riprogettazione” di imballaggi non riciclabili e di attività per la riparazione ed il riuso."

 

http://vimeo.com/18221223 Intervento dell'Architetto Michele Piccini. Al termine intervengono anche Paolo Guarnaccia e Roberta Rendina.

 

http://vimeo.com/18249251 Alessio Ciacci - presenta la costituzione ufficiale della rete italiana compostatori domestici.

 


Domenica 21 Novembre:

 

http://www.vimeo.com/17410608 Paul Connett La strategia Rifiuti Zero.

 

http://www.vimeo.com/17446113 Joan Marc Simon - G.A.I.A. (Global Alliance for Incinerator Alternatives)

 

http://vimeo.com/17470983 Roberto Cavallo - Presidente A.I.C.A. (Associazione Internazionale per la  Comunicazione Ambientale). Presidente E.R.I.C.A.

 

http://vimeo.com/18273816 Enzo Favoino - (Scuola Agraria di Monza) Costi nel dettaglio delle raccolta differenziata.

 

 

Proposta di delibera Carrara Comune Denuclearizzato

Venerdì 29 Maggio 2009 13:33 Pubblicato in Documenti

Proposta di delibera per Carrara "territorio denuclearizzato" presentata attraverso la Commissione Ambiente

 

Scarica il file: Proposta di delibera Carrara Comune Denuclearizzato.pdf (31kb)

Dossier rifiuti zero v. 1.01 (9.7Mb)

Domenica 10 Agosto 2008 13:10 Pubblicato in Documenti

Dossier sulla strategia rifiuti zero, composto da atti, studi e documenti suddivisi per categoria e riepilogati nel "Executive Summary" iniziale.

 

Scarica il file: dossier rifiuti zero v. 1.01.zip (9.7Mb)

Ninna Nanna Mr. B

Mercoledì 22 Dicembre 2010 10:42 Pubblicato in Video

 

Ninna Nanna a Mister B. Lasciamolo dormire, svegliamo l'Italia.

 

Autore: Meetup Carrara

Intervista ad Alberto Grossi

Mercoledì 22 Dicembre 2010 10:37 Pubblicato in Video

 

Intervista ad Alberto Grossi, regista di "aut out" e di "cosa c'e' sotto le nuvole", sulle Apuane, le cave di marmo e la città di Carrara.

 

Autore: Meetup Carrara

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