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Meetup Carrara

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Scandalo nucleare italiano

Martedì 29 Marzo 2011 09:00 Pubblicato in Blog

 

Dopo l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, ci sono stati vari commenti dal panorama politico e non, ad esempio Stefania Prestigiacomo Ministro per l'Ambiente: "dal governo non arriveranno mai decisioni che possano mettere a rischio la salute pubblica, a noi sta a cuore l'indipendenza energetica dell'Italia ma prima e di più sta a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini e non sarà mai assunta alcuna decisione che le possa mettere a rischio", oppure Fulvio Conti amministratore delegato ENEL: "rinunciare al nucleare sarebbe un enorme danno ma se venisse presa una decisione di questo tipo rispetteremo la legge", infine Emma Marcegaglia presidente di confindustria ha dichiarato: "l'importante è non agire in modo emotivo come l'Italia ha già fatto in passato, dobbiamo aspettare e capire le indicazioni dell'UE".

 

E allora noi vorremo rassicurare la signora Marcegaglia che il nostro "no" al nucleare è una scelta consapevole e ponderata e non frutto d'un impeto momentaneo. Infatti quello che ci proponiamo in questo articolo non è di soffermarci sulla tragicità della catastrofe nucleare in Giappone (la cui gravità è sotto gli occhi del mondo!) ma, quasi prescindendo da essa, affronteremo il problema nucleare dal punto di vista economico e storico, riproponendo le vicende di una centrale italiana.

 

Ci troviamo a Trino (7806 abitanti, ricordatelo che vi sarà utile) in provincia di Vercelli vicino alla riva sinistra del Po, esattamente 50 anni fa' (l'1 Luglio del 1961) si iniziava a costruire la centrale elettronucleare "Enrico Fermi", dopo 4 anni (1 gennaio 1965) ci fu la sua entrata in servizio commerciale. A distanza di un mese, grazie alla legge sulla nazionalizzazione dell' energia elettrica, la gestione passò sotto le mani dell'ENEL. Dopo 3 anni di attività (1967) la centrale ebbe un fermo a seguito della rottura dello scudo termico del reattore, venne riaperta 3 anni dopo in seguito agli interventi di riparazione e continuò fino al 1979 quando, a causa dell'incidente avvenuto alla centrale di Three Mile Island (USA) furono decisi degli aggiornamenti e dei miglioramenti sulla sicurezza della centrale che finirono nel 1982 quando la centrale riaprì i battenti per l'ultima volta, infatti, dopo il referendum del 1987, le fu imposto il fermo per 3 anni fino al 1990 quando ne venne imposta la chiusura definitiva. Questa era la storia pura e semplice.

 

Diamo ora qualche dato sull'attività di detta centrale: in 19 anni di attività e 36 dal suo avvio, avendo operato con il miglior standard di rendimento tra le centrali italiane (quando fu costruita, il migliore al mondo), la centrale elettro-nucleare "Enrico Fermi" ha prodotto in tutto solo l'energia equivalente a 13 volte il fabbisogno annuo (1987) della provincia di Vercelli, quindi, secondo un semplice calcolo matematico, se quella provincia avesse contato solo sul nucleare, per 6 anni non avrebbe avuto nemmeno un filino di energia per accendere una lampadina! certo i promotori del ritorno al nucleare in Italia potrebbero controbattere asserendo che le centrali che vogliono costruire sono più moderne e con capacità produttive indubbiamente maggiori. Peccato però che le centrali di terza generazione che dovrebbero sorgere nel nostro territorio, quando entreranno in funzione, saranno ormai obsolete, con un grande dispendio di denaro (pubblico!!!) e alcun risparmio economico. Alla fine poi la tanto decantata indipendenza energetica non ci sarebbe, visto che l'Italia sarebbe costretta a comprare da altri paesi l'uranio per far funzionare le centrali.

 

Ok, finora abbiamo scherzato, adesso si fa sul serio! Ma lo sapete a quanto ammontano i finanziamenti ricevuti solo nel 2008 dalla Sogin, la società che dal 1999 avrebbe dovuto occuparsi controllare, smantellare, decontaminare e gestire i rifiuti radioattivi (decommissioning)? No? allora ve lo diciamo noi. Secondo la delibera dell’Autorità per l’Energia ed il Gas n. 138 del 29 settembre 2008 entrata in vigore l'1 ottobre 2008, firmata dall'allora presidente Alessandro Ortis il 29 settembre 2008, si evince che: l'autorità per l'energia elettrica e il gas ha dato disposizioni alla cassa per l'erogazione di 100 mln di euro alla Sogin da effettuarsi entro il 15 gennaio 2008 (deliberazione n. 353/07).
Altri 150 mln di euro (e siamo a 250) sempre alla Sogin a valere sul medesimo conto per il finanziamento per il finanziamento delle attività nucleari residue (deliberazione n. ARG/elt 38/08); inoltre subito sotto si può leggere che "a fronte di tali spese straordinarie le disponibilità finanziare di competenza della commessa nucleare presso la Sogin non risultano adeguate a coprire i costi ordinari fino al 31 dicembre 2008" allora "con deliberazione ARG/elt 86/08 l'autorità ha dato disposizioni alla cassa per l'erogazione di 150 mln di euro alla Sogin da effettuarsi entro il 31 luglio 2008" ovviamente sempre sul conto citato prima. Ben 450 mln di euro, ma pensate che siano bastati? Invece no: "con la comunicazione 5 Agosto 2008 la Sogin ha notificato che sarebbe necessaria un'ulteriore erogazione di 50 mln di euro nel prossimo mese di ottobre". E lo stato cosa fa? ovviamente elargisce milioni come fossero bricioline! Infatti si può leggere: "ritenuto opportuno dare mandato alla cassa di provvedere entro il 31 ottobre 2008, all'erogazione di 50 mln di euro a valere sul conto per il finanziamento delle attività nucleari residue".

 

Allora la centrale di Trino è stata in attività 19 anni sui 36 dal suo avvio, ha prodotto energia per soddisfare il "solo" fabbisogno della provincia di Vercelli (almeno per 13 anni), nel 2008 ci ha fatto spendere per il suo "funerale" 500 mln di euro senza contare quelli che saranno serviti a costruirla ed a ripararla quando ha iniziato a "sentirsi male". Ora riprendendo il discorso fatto prima pensiamo in grande, considerato che solo tra il 2001 al 2008 abbiamo speso 5.2 miliardi di euro per la gestione del vecchio programma nucleare, siamo sicuri che questa sia la scelta più adeguata sotto i profili ambientali ed economici? e poi un ultimo piccolo ragionamento: dove verrebbero dislocate le nuove centrali, dato che l'Italia è uno dei paesi a maggior rischio sismico? Fukushima docet!

Riceviamo un comunicato di Legambiente Carrara che volentieri pubblichiamo in quanto, oltre a sottintendere una visione della città che condividiamo, riteniamo che tutte le forze della società civile che si oppongono al consumo del territorio dovrebbero in questo momento di completa assenza della Politica - intesa come amministrazione del bene comune - fare fronte unico e creare una forma di resistenza a difesa di un territorio ormai sempre più alla mercé degli speculatori.
Facciamo quindi nostra la richiesta, che ribadiamo con forza, di ripristino dell’area umida della Fossa Maestra e far così tornare ad essere un bene della collettività almeno quella piccola porzione di territorio.

 


Fermata la speculazione alla Fossa Maestra:

adesso vogliamo riqualificarla?

 

 

La città che vogliamo: più vivibile

Siamo ben consapevoli che l’assessore Vannucci non possa condividere la nostra filosofia sul destino della città: una città riqualificata in cui si ristruttura il patrimonio edilizio esistente, si abbatte e ricostruisce ciò che è degradato e brutto e si ha cura del centro storico e degli edifici che oggi cadono in rovina perché non li si è saputi proteggere dagli abusi e manutenere; una città con ampi spazi verdi, un grande Parco pubblico a Villa Ceci, piste ciclabili, l’asse del Carrione rinaturalizzato, un porto turistico non invasivo e compreso nei limiti dell’attuale porto commerciale, viale Da Verrazzano trasformato in una piacevole passeggiata, l’area retrodunale alla Fossa maestra con la sua rete di sentieri che arriva fino ad una Battilana riqualificata e non destinata a diventare un agglomerato di capannoni artigianali, Anderlino lasciata alla sua naturale vocazione agricola… e via sognando.

La città che piace a Vannucci: più cemento

Certo, in questo nostro sogno, non trovano spazio né le colate di cemento, inutili in una città che non cresce e che, al massimo, avrebbe bisogno di edilizia popolare per chi non può certo permettersi i costi dei nuovi edifici che copriranno quel po’ di verde che ancora resta, né gli interessi speculativi che, come corvi, aleggiano sul costruendo porto turistico o sulla futura cementificazione di Villa Ceci ed Anderlino.

Siamo pertanto dispiaciuti, ma non stupiti, che la Commissione urbanistica –che ha tutt’altra visione dalla nostra– abbia bocciato le nostre osservazioni alla Variante al Piano Strutturale.

È proprio per questa visione che a Carrara l’urbanizzazione è dilagante e gli edifici pubblici vanno in malora uno dopo l’altro.

Accolta la nostra osservazione:

l’area umida della Fossa Maestra torna invariante strutturale

Siamo, invece, molto soddisfatti perché l’area della Fossa Maestra è tornata ad essere “invariante strutturale”, con buona pace di chi, su quei terreni, aveva vagheggiato altri progetti.

Infine. Un appunto e un auspicio.

L’appunto è all’assessore Vannucci che sostiene che la Fossa Maestra era rimasta nel testo “zona umida” quantunque, causa una svista, sulla carta delle Utoe fosse stata inserita nell’Utoe Arenile.

Per Vannucci era solo un errore:

sarà, ma perché finora ha rifiutato di correggerlo?

Se, come dice lui, si trattava solo di un errore materiale, perché quando, fin dalla prima presentazione della Variante, abbiamo fatto notare che la Fossa Maestra non compariva più tra le invarianti ma nell’Utoe Arenile e abbiamo chiesto che questa scelta venisse modificata, l’assessore ha ripetutamente rifiutato di farlo, limitandosi a rassicurazioni verbali mentre sarebbe bastato correggere immediatamente l’errore senza costringerci a presentare un’osservazione specifica?

E se noi non avessimo presentato l’osservazione, ora accolta in curiosa coincidenza con la diffusione della notizia del nostro esposto alla Procura della Repubblica, quale sarebbe stata oggi la reale destinazione dell’area?

Confermata la destinazione dell’area, perché non riqualificarla?

L’auspicio è rivolto all’Amministrazione tutta. Visto che ormai l’area è tornata tra le invarianti, perché non mettere finalmente mano alla realizzazione del progetto al quale il Comune stesso aveva partecipato e che, con il ripristino dell’area umida e delle sue dune, i percorsi didattico-naturalistici, la rete di sentieri, il fitodepuratore, i punti d’osservazione per il birdwatching, rappresenterebbe un eccellente biglietto da visita all’ingresso della nostra Marina?

Dal canto nostro, felici di questa nostra piccola ma significativa vittoria, continueremo a vigilare sul futuro della Fossa Maestra e dell’intera città!

Carrara, 25 marzo 2011

Legambiente Carrara

 

Siamo in guerra!

Giovedì 24 Marzo 2011 12:57 Pubblicato in Blog

 

Siamo in guerra contro la Libia, su questo non ci sono dubbi, visto che partecipiamo all’operazione “Odissea all’alba” assieme ad USA, GB, Francia e Canada. L’operazione è pianificata dal generale americano Carter Ham, che guida US Africom, il comando delle operazioni dovrebbe passare alla coalizione degli alleati, sotto l’egida NATO. Malgrado il fronte del No, formato da Unione Africana, Cina, Russia, India, Lega Araba abbia chiesto lo “stop immediato a tutte le ostilità”, la coalizione dei volenterosi guerrafondai continua a lanciare missili ed effettuare raid aerei nella terza terra più ricca di petrolio.

 

L’obiettivo è di togliere il Muhammar Gheddafi dalla guida del paese.

 

Poco importa se per salvare i civili che si ribellano al rais, se ne bombardano altri in tutta Tripoli, Misurata, Sirte e chissà dove, ne se questi “altri” siano o no la maggioranza del paese libico che si è armata per difendere il rais stesso dall’occidente. Di certo sappiamo che contano due cose:
la guerra si combatte con armi ed apparecchi sempre più sofisticati e tecnologici ed il lungo termine di questo nuovo conflitto garantirà, innanzitutto, che il  mercato delle armi abbia una domanda sostenuta per tutto il prossimo decennio.
L’altra certezza riguarda la strategia più a lungo termine ed è legata al dominio che ogni vincitore ottiene sullo sconfitto e che consentirà un controllo neocoloniale sulla terza nazione più ricca di petrolio.

 

Francia e America col pretesto di impedire una vendetta sanguinaria da parte del Rais contro i rivoltosi potranno, una volta per tutte, metter mano alle relazioni bilaterali tra Italia e Libia e riequilibrare l’esportazione del greggio destinato innanzitutto proprio all’Italia (39%) e rifornire in equità gli scambi importati in Libia come beni strumentali e alimentari che non a caso vedono l’Italia in testa su tutta l’UE. L’Italia da parte sua cerca di giocare le proprie carte nella gestione e nel comando delle operazioni per salvaguardare gli interessi degli “investitori nazionali”, cercando di indovinare quale sia il cavallo vincente su cui puntare e nel caso anche cambiando puntata all’ultimo momento, poco importa se dietro ad ogni “puntata” ci si giochi la vita di migliaia di persone.

La Toscana s'è desta!

Martedì 08 Marzo 2011 15:17 Pubblicato in Video

 

Video del Banchetto del Movimento 5 Stelle Carrara per la giornata regionale della presentazione del Movimento 5 Stelle in Toscana! Partecipa!
I risultati completi del "cosa ti fa incazzare" sono sul sito carrara5stelle.it, all'indirizzo: http://www.carrara5stelle.it/blog/item/46-cosa-fa-incazzare-toscana-desta.html

 

Autore: Meetup Carrara

L'Italia e il nucleare

Domenica 20 Marzo 2011 21:33 Pubblicato in Blog

 

Nei giorni scorsi, governo, stampa, televisioni, hanno tentato di attenuare l’apocalisse che è in corso in Giappone, utilizzando la tecnica dell’eufemismo più profondo messo in campo con mero intento di non incrementare ulteriormente il numero di italiani che dicono NO al nucleare.

 

Ordine: Nucleare avanti tutta!

 

Si parla di energia pulita e che la strada del nucleare è quella giusta, perché il nucleare ha basse emissioni di gas serra (prodotti prevalentemente in fase di estrazione dell’Uranio), mentre i fan dell’atomo cercano di presentare l’opzione nucleare come l’unica alternativa credibile e realistica ai combustibili fossili. E’ la loro Italia che non vive senza nucleare! No all’emotività degli eventi accaduti in Giappone!
Confindustria vede la centrale nucleare come il ponte sullo stretto di Messina: migliaia di tonnellate di cemento e acciaio; soldoni nelle tasche della lobby nuclearizzata! Si dibattono in termini di sicurezza, sul raffronto delle centrali di seconda generazione di Fukushima e sulle così dette di terza generazione, che s’intendono realizzare, per il sogno di Berlusconi e Scajola, con la costruzione di otto centrali a energia nucleare nel territorio Italiano.

 

Ufficialmente si dà un taglio alle rinnovabili e l’esecutivo strappa il Si condizionato delle commissioni di Attività produttiva e Ambiente della Camera allo schema di decreto legislativo sulla “localizzazione dei siti e sulla costruzione delle centrali nucleari in Italia”. La proposta di parere ha ricevuto l'ok della maggioranza, di Fli e Udc, con l'astensione di Savino Pezzotta. Il Pd è uscito dall'aula mentre l'Idv ha votato contro. Il provvedimento passerà Martedì prossimo al Senato, che si propone favorevole ponendo ”piccolissime osservazioni”. E’ nelle intenzioni quindi dell’esecutivo di procedere sulla strada del nucleare, tuttavia saranno le Regioni a esprimersi a riguardo con un eventuale assenso per ospitare gli impianti, le quali hanno risposto quasi tutte esplicitamente picche, tranne la Sardegna .

 

Perché nessuno parla di mettere in bilancio eventuali interventi di bonifica del territorio in caso d’incidente, assicurazioni a copertura dei danni a persone, animali, piante e cose che eventualmente fossero contaminate? Quali tecnici (nomi e cognomi) in caso di fusione incontrollata avrebbero lo spirito di sacrificare la propria vita per il bene della Nazione e a chi assoggettare le responsabilità (nomi e cognomi) di un eventuale disastro?
Perché nessuno dice che nei costi già altissimi di costruzione di una centrale nucleare occorre inserire nel piano spese anche il cosa si fa della centrale dopo 20-25 anni con tempi di ritorno non calcolabili e nodi irrisolti come quello dello smaltimento delle scorie?
In realtà il nucleare è una falsa soluzione al contenimento delle emissioni di gas serra. Nel mondo sono presenti 439 reattori che forniscono circa il 6,5% dell'energia primaria globale. Per raddoppiare il numero dei reattori occorrerebbe inaugurare una centrale nucleare ogni due settimane da qui al 2030. Un'ipotesi irrealizzabile, che permetterebbe di ridurre le emissioni globali di gas serra di appena il 5%. Troppo poco, troppo in ritardo e con costi esorbitanti oltre i 2.000 miliardi di euro. Inoltre, l’Uranio estraibile a costi valutabili è meno di 3,5 milioni di tonnellate e, agli attuali livelli di consumo, basterà per altri cinquanta anni.

 

Contrordine: Sicurezza della salute dei cittadini e richiamo alla prudenza.

 

L’appello lanciato dagli USA, secondo il quale la situazione, quanto al pericolo ATOMICO, è ben più grave da quella descritta da Tokyo resta a un pelo dalla catastrofe. La tensione alta nell’opinione pubblica italiana, l’input di ridimensionamento dei piani nucleari di Germania, Svizzera e l’attivazione del piano anti-stress di tutti gli impianti UE; determinati dal notevole calo di consensi del premier e del suo governo (clamorose, numerose contestazioni subite da Alemanno, La Russa e soprattutto Berlusconi ieri e oggi, durante le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia) hanno evidentemente suggerito una maggiore flessibilità sul tema delle centrali nucleari. Questo tema risultato particolarmente “impopolare” (ma per nulla pericoloso) obbligando il nostro governo a fare una piccola riflessione da parte di tutti i “nuclearisti” nel temporeggiare ed è arrivata la dichiarazione del premier “alla prudenza”. Significa che è finita? Basta Nucleare? O che non possono mica rischiare di perdere le elezioni per il nucleare?
Senza fare cazzate cercano adesso di uscirne, ma in maniera soft. Ora non devono fare niente, l’Europa detterà le procedure di de-nuclearizzazione UE …staremo a vedere!

 

Noi denunciamo che l’energia importata dall’Italia non ha modo di esistere perché siamo tecnicamente autosufficiente per quanto riguarda la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali) e le centrali termoelettriche esistenti sono infatti in grado di erogare una potenza massima netta di circa 101 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW (picco dell'estate 2007).

 

Noi crediamo che soltanto grazie a misure di efficienza e di risparmio e una pianificazione dei fabbisogni energetici, sia possibile stabilizzare i consumi italiani di energia dando modo alle rinnovabili di coprire l’intero fabbisogno italiano senza alcun ausilio del nucleare.

 

Nucleare: sgombriamo il campo da due equivoci

Mercoledì 16 Marzo 2011 17:13 Pubblicato in Blog

 

In questo momento di grande apprensione per quanto sta accadendo in Giappone, vorremo due cose dai nostri media e dai pappagalli che ne ripetono parola per parola qualsiasi teorema:

 

1) che la si smettesse di ripetere che "è assurdo avere paura delle centrali nucleari in Italia quando ce ne sono in Francia appena oltre il confine".

 

Ormai dovrebbe essere chiara a tutti la differenza tra stare a 20km e stare a 500km da una centrale a rischio di meltdown.  E' la stessa differenza che c'è tra stare ad Osaka, oggi l'ultimo rifugio sicuro del popolo giapponese, e dover abbandonare di corsa la propria casa e città, sapendo che probabilmente non ci si potrà tornare prima di qualche migliaio di anni e che - se si è fortunati - si passerà il resto della vita a chiedersi quando arriverà la leucemia ed a pregare che non avremmo, nei decenni a venire, figli o nipoti nati sotto il segno del nucleare. Questa - se si è fortunati - è la differenza tra un incidente nucleare vicino a casa o un incidente oltre le alpi.

 

2) che la si smettesse di associare continuamente quanto sta accadendo in Giappone a Chernobyl, perchè questo significa non avere minimamente compreso il rischio che si sta correndo, ne perché il responsabile dell'energia dell'unione europea abbia parlato di “apocalisse”. O pensate che abbia scelto a caso la parola?

 

E non è una questione tecnica da espertoni ne un problema di classificazione del livello di incidente o di qualsiasi altra misura scientifica, è un problema di buonsenso . La centrale di Chernobyl sorgeva in una regione al confine tra Ucraina e Bielorussia, dove ci sono (in alcuni casi c’erano) centri abitati, ma soprattutto distese di grandi foreste ed aree rurali. La centrale di Fukushima sorge a 200km da Tokyo, ovvero dal più grande centro abitato del mondo (definizione delle nazioni unite) che si addentra nella pianura del Kanto fino a formare una immensa distesa urbana che ingloba una quantità di città e villaggi limitrofi, comprendenti anche altre metropoli come Yokohama e Kawasaki formando una gigantesca megalopoli che conta oltre 35 milioni di abitanti. Il tutto è nell’area più densamente popolata del pianeta, nella quale vivono 103 milioni di persone e che oltre tutto è un’isola. Un’isola con black out elettrici e che ha avuto diverse strutture di trasporto, strade, porti, ferrovie ed aereoporti distrutti dallo tzunami. Cosa accadrebbe se il raggio di evacuazione si dovesse allargare? Questo non accadrà, come ovviamente ci auguriamo tutti, ma questo è il rischio che stiamo correndo ed è con questo rischio che dobbiamo fare i conti quando i mass media ci propinano le “analisi dei rischi/benefici”. Se io metto sulla bilancia un “rischio apocalisse” tu in cambio cosa mi dai? Un 5% di fabbisogno energetico?

 

Quindi iniziamo almeno a sgombrare il campo da questi due equivoci:

 

1) non si corrono gli stessi rischi ad avere le centrali in Francia o nel cortile di casa.

 

2) il rischio intrinseco dell’energia atomica, che si sta purtroppo palesando in Giappone, è qualcosa di mai visto prima nella storia dell’umanità.

Fortitudo mea in rota (ma non per tutti)

Martedì 15 Marzo 2011 16:17 Pubblicato in Blog

 

Ci rallegriamo dei lieti eventi ciclistici che hanno invaso le nostre strade nei giorni scorsi. Come potrebbe essere diversamente? Occasione di tale portata sportiva, come l’anno scorso fu anche il Giro d’Italia non possono che essere motivo di entusiasmo poiché comportano oltre a momenti di spensieratezza alla cittadinanza, anche forse qualche ricaduta economica di rilievo sul territorio comunale.

 

Eppure non possiamo che dirci stupiti sul come mai, proprio le nostre strade siano state scelte per essere percorse dalle preziose ruote del ciclismo professionista, mentre per un ciclista della domenica è rischioso saltare in sella ed ecologicamente muoversi verso qualsiasi meta. Per una mamma con passeggino è una odissea passeggiare con il proprio bambino e peggio ancora, per un disabile è impossibile uscire di casa. Lo stupore si fa biasimo scoprendo come le strade tracciate dalla gare siano state tempestivamente approntate al minimo decoro ed alla minima usabilità (vediamo addirittura fiori decorare aiuole che entro pochi giorni lasceranno questa terra perché nessuno darà loro acqua, con conseguente spreco di soldi e serio fastidio per l’incuria verso le piante), mentre il resto della città è attraversata  da vie cadenzate da buchi e fratture dell’asfalto e i marciapiedi come qualsiasi altro passaggio pedonale risultano troppo spesso impraticabli!

 

Si perde il conto dei tombini di ogni natura e sorta che fanno del manto stradale un decoro a pois, delle toppe di catrame che si susseguono collassando e creando ericolosi avvallamenti per i ciclisti (e non a caso un gareggiante ne ha fatto le spese cadendo), delle griglie di deflusso dell’acqua che vengono inglobate nell’asfalto, dei crateri lasciati da un manto stradale che si spacca e precipita verso il basso.

 

Se questo è lo stato delle strade che teoricamente impattano solo sulla vita degli ormai pochi coraggiosi ciclisti che hanno rinunciato al diritto di avere piste ciclabili, certo non va meglio per i poveri camminatori ostinati.  L’usabilità del nostro territorio urbano sembra il risultato di una lucida follia. I marciapiedi, ove esistono sono tempestati da ogni sorta di dissesto ed ostacolo così che per un disabile o una mamma con passeggino potersi muovere significa di fatto passare nella carreggiata delle auto. I marciapiedi finiscono senza scivoli e le strisce sono poste dove gli scivoli non ci sono. Come se non bastasse, a ciò possiamo aggiungere l’incuria di tanti cittadini che, forse ormai abituati all’aria di degrado, si lasciano trascinare in abitudini e comportamenti incivili quali l’abbandonare l’auto dove più crea problemi ad altri e meglio viola il codice stradale: l’unica certezza è che non sussiste alcun pericolo di veder passare un vigile a riportare un po’ di senso civico per la via.

 

Diciamocelo: è una questione di soldi. La manutenzione delle strade costa, i vigili anche. Queste considerazioni ci riportano allora alla stessa lecita domanda e cioè se i soldi pubblici vengono gestiti per il bene comune con un qualche criterio efficace ed efficiente e soprattutto se non vi fosse nulla di meglio in cui investire i milioni di euro spesi per impianti di bricchettaggio e vie del marmo ad esempio (che tanto pesano sulle spalle dei cittadini), mentre ciò che è dei cittadini e che per loro è prezioso viene ricordato solo con gli spiccioli.

 

Con tutti questi soldi si poteva di sicuro fare interventi di manutenzione seria, investimenti a rendere sul territorio (quali ad esempio valorizzare il territorio così che la panzana delle intenzioni turistiche fosse un po’ più credibile) e magari anche qualche intervento di promemoria ai cittadini più sbadati, cui in questo caso proviamo a dare una ravveduta. A costoro proviamo a ricordare che i divieti di sosta esistono per ragioni precise che vanno dal disturbo della visuale di chi guida, all’intralcio al movimento di altri, al pericolo per la sicurezza altrui ed il fatto che il comune non provveda a rincorrervi per ricordarlo a suon di multe non autorizza nessuno ad un simile abbruttimento dei comportamenti civili.

 

Attendiamo di vedere un cambiamento di rotta da parte del nostro comune sperando che anche per le questioni qui citate, imbocchi presto il percorso dei comuni virtuosi.

 

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Il Sole bacia...le mani‏

Mercoledì 09 Marzo 2011 16:13 Pubblicato in Blog

 

Il decreto legge ‘’Romani’’ sopranominato, decreto ammazza green economy ha provocato la paralisi di tutto il settore delle rinnovabili, determinando una situazione di crisi generalizzata. Nella sola Provincia di Massa Carrara, si stima una perdita di fatturato di centinaia di milioni di euro e centinaia di posti di lavoro a rischio. Il decreto legge, firmato dal Presidente della Repubblica, dovrà essere convertito in legge, dal parlamento, entro 60 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale.

 

Due i principali elementi che hanno creato il panico nel settore: Termine massimo per beneficiare degli incentivi del Conto Energia, per gli impianti allacciati in rete entro il 31 Maggio 2011, nuove tariffe incentivanti da definire con un nuovo decreto entro il 30 Aprile 2011. Due date, nessuna certezza, caos totale.

Intanto in molti procedono solo con la richiesta di connessione alla rete elettrica, e con le pratiche autorizzative e finanziare dove necessario, in attesa delle nuove linee guida nazionali; Comprensibile, visto che alcune tempistiche della realizzazione degli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile dipendono anche dalle tempistiche di allaccio dell’Enel, responsabile della rete elettrica, questo è un elemento determinante per chi deve investire richiedendo le giuste garanzia di riconoscimento degli incentivi.

Regna l’incertezza assoluta.

 

E intanto il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, dopo le proteste di aziende e banche ha intenzione di mettere a punto, “entro due settimane”, il decreto che definisce le nuove misure per gli incentivi alle energie rinnovabili. A molti rimangono oscuri i motivi di urgenza cha hanno spinto il consiglio dei ministri alla approvazione del decreto legge, che non traduce in misure concrete le strategie delineate dall’Europa, tanto da bloccare l’intero settore, ed in considerazione del fatto che in attuazione della direttiva europea era stato adottato anche il Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili dell’Italia, trasmesso alla CE, ed era stato approvato con molta fatica il nuovo Conto Energia per il triennio 2011-2013.

 

Tante promesse, pochi fatti, danni enormi.

Crollo Politeama, incontro con il Sindaco

Martedì 08 Marzo 2011 17:06 Pubblicato in Blog

Pubblichiamo un comunicato stampa di un gruppo di cittadini riunitosi spontaneamente il 07 Marzo 2011

 

Il gruppo di cittadini riunitosi spontaneamente in data 7/03/2011 a seguito del crollo avvenuto all'interno del palazzo Politeama  il giorno 5/03/2011 ha deciso di partecipare all'incontro con il Sindaco fissato per il giorno Mercoledì 9/03/2011 alle ore 10:00 presso il Comune di Carrara con l'intento di richiamare l'amministrazione alle proprie responsabilità di fronte ai seguenti crolli:

 

- Scuola Rosselli
- Politeama G. Verdi
- Piscina Comunale
- Sala Amendola
- Biblioteca Civica
- Casa sulla Carriona
- Strada della Foce

 

Ci sentiamo costretti a diffidare di qualunque messaggio rassicurante dopo la negligenza e l'incapacità dimostrate nel gestire i beni comuni che mette costantemente a repentaglio la sicurezza dei cittadini.
Riteniamo che questa amministrazione non sia idonea a ricoprire tali cariche.

 

Non sentendoci tutelati dall'operato di tecnici ed esperti chiamati a risolvere l'emergenza riguardante lo stabile del Politeama, riteniamo opportuno che vengano prese misure maggiori per la tutela della cittadinanza e chiediamo pertanto l'ampliamento della zona di sicurezza intorno allo stabile.
Chiediamo inoltre all'amministrazione di dimostrare concretamente di avere a cuore l'interesse della città  evitando interventi che troppe volte hanno dato alla cittadinanza l'impressione di soggiacere a secondi fini. Infine i cittadini si riservano di mettere in atto azioni di protesta mirate a fermare questi scempi.

 

Invitiamo tutti i cittadini a partecipare Mercoledì all'incontro con il Sindaco.

Cosa ti fa incazzare? Scrivilo qui!

Lunedì 07 Marzo 2011 14:50 Pubblicato in Blog

 

Sabato 5 marzo 2011, all’ingresso della passeggiata sul molto di ponente a Marina di Carrara, abbiamo installato su un treppiede di quelli usati per dipingere un grande blocco notes, recante il titolo:

 

Cosa ti fa incazzare? Scrivilo qui!

 

Ecco cosa hanno scritto i passanti, riportato esattamente come è stato scritto e nell’ordine in cui lo abbiamo trovato sui fogli a fine giornata:


- Non rispetto per l’ambiente.
- Che in nostri politici carraresi comprano fuori Carrara! Anche i nostri industriali.
- I milioni di € di debiti di Cermec, GAIA, ecc… chi paga?
- Il container per servizi igienici sulla spiaggia libera
- Il lavoro che non c’è?
- Degrado urbano
- Che a Carrara c’è la mafia
- Consumo del territorio per edilizia inutile
- La legge sulla privacy
- Le lobby
- Dat’ del lavor’ ai cristiani
- Lungo la passeggiata ci sono cantieri che usano resina e pitture a discapito della salute (ci sono i giochi dei bimbi dietro)
- Via i SUV dalla città
- Viabilità mortale per disabili e bambini in carrozzina
- Un futuro incerto per i miei futuri nipoti
- Il fatto che il mio tirocinio non sarà remunerato (per colpa dello strapotere dei medici)
- Lo strapotere di banche ed assicurazioni
- Tognarelli quando ci si mette! A me la Giù quando ci si mette!!
- La volgarità (..incazzare tipo…)
- La politica che non funziona
- La distruzione delle Alpi Apuane senza che nessuna ricchezza rimanga nel territorio (vedi Carrara secondo comune più indebitato d’Italia)
- L’assenza di spiagge libere. Le concessioni che pagano gli stabilimenti balneari sono ridicole e offrono pochi servizi
- Le autoblu
- La provincia – solo Carrara
- La ricchezza di Grillo fondata sull’ingenuità dei giovani
- La faccia di M…. di Berlusconi
- Carrara capitale mondiale del…. Camion
- Carrara: mare monti e debiti
- Carrara delle occasioni perse
- I falsi compagni
- I vigili
- La lally cicciona
- La prof di mate
- Il falso perbenismo
- Le puttane
- Acqua  DOCG
- Una strada non fatta..
- Il potere dei 4 industriali di Carrara che comandano.
- La cavalla


Sabato 2 Aprile torneremo all’ingresso della passeggiata sul molo, con un banchetto, dando modo a tutti di esprimersi. Magari su altri temi. Se avete suggerimenti e idee in proposito non esitate a contattarci.

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