Giovedì 13 Agosto 2015 08:53
Valuta questo articolo
(3 voti)

Presupposti e prospettive di un ampliamento del porto industriale

 

 

Leggendo il Rapporto Economia 2015, dell’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Massa - Carrara, si evince quanto pesantemente in calo sia l’andamento dei traffici nel nostro porto. Nel 2013 lo scalo ha perso il 45% dei propri traffici complessivi, nel 2014 è stato perso un ulteriore 7,3%, nei primi mesi del 2015 si registra una ulteriore pesante perdita dei traffici nell’ordine del 10-15% (in soli cinque mesi).

 

In pratica, oltre ai cali intorno al 2008 che potevano forse essere imputati al crack finanziario che ha colpito i mercati di tutto il mondo, il nostro porto, negli ultimi anni sta continuando a movimentare sempre meno merci.

 

Da una parte questi dati, dall’altra il progetto di raddoppio del porto industriale, una grande opera da 400 milioni di euro. Perché, al netto delle informazioni mediatiche che parlano soprattutto di porto turistico e waterfront, stando ai documenti e a quanto emerso dal dibattito nelle commissioni riunitesi il 5 Agosto presso la Porth Authority, l’unico progetto prospettato concretamente è di fatto un raddoppio del porto industriale/commerciale. Per quanto riguarda il porticciolo turistico, stando alle parole del capo progettista, è un progetto di respiro ventennale i cui finanziamenti ancora non ci sono e andrebbero poi trovati tra i privati (altri 100 milioni di euro), quindi di fatto niente di ancora operativo.

 

Quindi al netto della propaganda il nostro porto industriale si può rappresentare come una grande casa mezza disabitata, i cui ultimi inquilini stanno sempre più velocemente trasferendosi altrove e di fronte a questo fuggi fuggi noni ci viene in mente niente di meglio che fare un enorme debito per ampliarla. Geniale.

 

Siamo altresì consci della sete di lavoro della nostra città e facciamo nostre le preoccupazioni lanciate da alcune categorie di fronte all’immobilismo della nostra amministrazione, ma anche volendola guardare dal punto di vista del cosiddetto “sviluppo enconomico”, questa proposta non sta in piedi.

 

Cosa fare quindi? nel suddetto rapporto dell’I.S.R. c’è già contenuta la risposta, vi si legge infatti:

 

“..riscontriamo che la componente economica che concentra la parte più consistente della produzione ed occupazione locale è quella dei servizi di alloggio e ristorazione, che vale quasi il 40% del totale del comparto [della economia del mare]. Seguono le filiere della cantieristica e nautica da diporto..”

 

La maggior parte dell’occupazione che arriva dal mare già oggi può quindi essere in qualche modo ricondotta al turismo (che sia di affari, vacanziero o legato alla nautica da diporto). E’ qui che a nostro parere dovremmo, finalmente, puntare tutto. Non vediamo quindi il bisogno di una grande opera di raddoppio dello spazio del porto industriale e commerciale, casomai si dovrebbe ragionare alla realizzazione di un porto turistico all’interno degli spazi esistenti del porto, possibilmente a ponente, dove può essere messo in stretto contatto con le attivittà ricettive sostenendo quelle esistenti (ricordiamo che in centro a Marina di Carrara c’è stata una moria degli ultimi storici alberghi) e se possibile stimolandone nuove aperture. Realizzando quindi - finalmente - una passeggiata sulla diga foranea che diventerebbe così uno snodo che unisce il centro turistico nautico con le attività commerciali del centro di marina e con le attività balneari. Un sogno? Certo le difficoltà di una simile progettazione non mancherebbero, ma sarebbero comunque piccole cose confronto alla mastodontica grande opera di raddoppio del porto industriale, considerati anche i problemi idraulici di un intervento alla foce del Lavello e del Carrione.

 

Già perchè la grande opera di cui abbiamo DAVVERO bisogno è mettere in sicurezza questo territorio, lo abbiamo visto tutti l'11 novembre 2012, il 28 novembre 2012, il 26 luglio 2014 (chi si ricorda più che qualcuno fini sott’acqua anche l’estate scorsa?) il 5 novembre 2014, solo per limitarci agli ultimi tre anni. La mattina del 10 Agosto siamo stati ad un passo da un'altra, drammatica, dimostrazione. Per affermarlo non servono i numeri, i millimetri, veloctà della raffica, eccetera... lo abbiamo visto tutti con i nostri occhi, ancora 10 minuti e finivamo di nuovo sott'acqua. Dopo le ferrovie, le province prima di SP e poi di MS, dopo i cambiamenti climatici, questa volta dicono che sia colpa dei pini.. ciascuno qui tragga le proprie conclusioni sulla credibilità della Amministrazione.

 

Qui è tutto da rifare, strade con pendenze sbagliate, incroci rialzati che creano dighe, reti fognarie inesistenti, canali tombati, argini di cartapesta. Con 400 milioni di euro cosa si potrebbe fare? e quanta occupazione creerebbe un piano di di tale portata?


MoVimento 5 Stelle Carrara

 


Ultima modifica Giovedì 13 Agosto 2015 16:56

Articoli collegati (da tag)

Vai Su