Sabato 18 Maggio 2013 18:14
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Oscuramento sui beni estimati

Trasparenza disattesa

Oscuramento sui beni estimati

L'amministrazione non fornisce tutti i dati sulle cave

Ancora una volta la maggioranza fa quadrato sul tema del marmo e ancora una volta un solo consigliere prende posizione fuori dal coro. Di fronte a una mozione che lamentava la mancata trasparenza della pubblica amministrazione in tema di marmo, i consiglieri della maggioranza, anziché preoccuparsi di un fatto di per sé grave, hanno preferito addurre motivazioni difensive anziché “ragionare” sul problema.

Già Legambiente, negli anni scorsi, per ottenere i dati di produzione delle cave, ha dovuto ricorrere al difensore civico, ottenendo così quanto richiesto, ma con oltre un anno di ritardo e con dati volutamente non ascrivibili alle singole cave.

Da oltre 9 mesi il gruppo consiliare del M5S è in attesa dei dati richiesti (dati catastali e intestazioni delle concessioni e dei cd beni estimati) e solo dopo la presentazione della mozione in oggetto ha ottenuto un dischetto in cui si riportano tali dati per sole 80 cave (attive e non attive), una miseria, mentre altri dati sono forniti in modo diciamo “scorporato” e quindi bisognosi di un lavoro certosino di “ricomposizione”.

Per gli altri dati richiesti poi, si adduce, come motivazione del mancato rilascio, il fatto che si tratta di una mole di documenti enorme e quindi la richiesta non può essere soddisfatta. Tra questi dati “insoddisfatti” si trovano – guarda caso – proprio gli “intestatari” di beni estimati, quei beni di cui l’amministrazione dice di volersi riappropriare, ma per i quali nemmeno inizia a censire in formato elettronico i soggetti coinvolti.

I dati sui beni estimati sono stati anche richiesti in sede di commissione marmo, da una consigliera di minoranza, consigliera che non ha avuto miglior fortuna.

A noi pare quindi che il tentativo di “nascondere” informazioni su queste problematiche sia a questo punto più che palese e che l’amministrazione comunale, nella persona del dirigente al marmo, si opponga al far luce su una problematica che porta via ogni anno alla comunità carrarese sui 4 milioni di euro, soldi che sgraverebbero la cittadinanza di tanti oneri che si trova così ingiustamente a subire, tanto più che, come ribadito dalla Corte Costituzionale in una sentenza di circa 20 anni fa, non hanno più ragione di esistere a partire dall’approvazione dello storico regolamento del marmo della giunta Fazzi Contigli e che nessuna giunta in questi anni ha osato modificare nell’art.1 (che così com’è presta il fianco ad avallare la persistenza dei beni estimati) per non intaccare gli interessi di un pugno di famiglie che si arricchiscono sulle spalle di tutti.

 

Ultima modifica Lunedì 03 Giugno 2013 16:56

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