Domenica 20 Marzo 2011 21:33
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L'Italia e il nucleare

 

Nei giorni scorsi, governo, stampa, televisioni, hanno tentato di attenuare l’apocalisse che è in corso in Giappone, utilizzando la tecnica dell’eufemismo più profondo messo in campo con mero intento di non incrementare ulteriormente il numero di italiani che dicono NO al nucleare.

 

Ordine: Nucleare avanti tutta!

 

Si parla di energia pulita e che la strada del nucleare è quella giusta, perché il nucleare ha basse emissioni di gas serra (prodotti prevalentemente in fase di estrazione dell’Uranio), mentre i fan dell’atomo cercano di presentare l’opzione nucleare come l’unica alternativa credibile e realistica ai combustibili fossili. E’ la loro Italia che non vive senza nucleare! No all’emotività degli eventi accaduti in Giappone!
Confindustria vede la centrale nucleare come il ponte sullo stretto di Messina: migliaia di tonnellate di cemento e acciaio; soldoni nelle tasche della lobby nuclearizzata! Si dibattono in termini di sicurezza, sul raffronto delle centrali di seconda generazione di Fukushima e sulle così dette di terza generazione, che s’intendono realizzare, per il sogno di Berlusconi e Scajola, con la costruzione di otto centrali a energia nucleare nel territorio Italiano.

 

Ufficialmente si dà un taglio alle rinnovabili e l’esecutivo strappa il Si condizionato delle commissioni di Attività produttiva e Ambiente della Camera allo schema di decreto legislativo sulla “localizzazione dei siti e sulla costruzione delle centrali nucleari in Italia”. La proposta di parere ha ricevuto l'ok della maggioranza, di Fli e Udc, con l'astensione di Savino Pezzotta. Il Pd è uscito dall'aula mentre l'Idv ha votato contro. Il provvedimento passerà Martedì prossimo al Senato, che si propone favorevole ponendo ”piccolissime osservazioni”. E’ nelle intenzioni quindi dell’esecutivo di procedere sulla strada del nucleare, tuttavia saranno le Regioni a esprimersi a riguardo con un eventuale assenso per ospitare gli impianti, le quali hanno risposto quasi tutte esplicitamente picche, tranne la Sardegna .

 

Perché nessuno parla di mettere in bilancio eventuali interventi di bonifica del territorio in caso d’incidente, assicurazioni a copertura dei danni a persone, animali, piante e cose che eventualmente fossero contaminate? Quali tecnici (nomi e cognomi) in caso di fusione incontrollata avrebbero lo spirito di sacrificare la propria vita per il bene della Nazione e a chi assoggettare le responsabilità (nomi e cognomi) di un eventuale disastro?
Perché nessuno dice che nei costi già altissimi di costruzione di una centrale nucleare occorre inserire nel piano spese anche il cosa si fa della centrale dopo 20-25 anni con tempi di ritorno non calcolabili e nodi irrisolti come quello dello smaltimento delle scorie?
In realtà il nucleare è una falsa soluzione al contenimento delle emissioni di gas serra. Nel mondo sono presenti 439 reattori che forniscono circa il 6,5% dell'energia primaria globale. Per raddoppiare il numero dei reattori occorrerebbe inaugurare una centrale nucleare ogni due settimane da qui al 2030. Un'ipotesi irrealizzabile, che permetterebbe di ridurre le emissioni globali di gas serra di appena il 5%. Troppo poco, troppo in ritardo e con costi esorbitanti oltre i 2.000 miliardi di euro. Inoltre, l’Uranio estraibile a costi valutabili è meno di 3,5 milioni di tonnellate e, agli attuali livelli di consumo, basterà per altri cinquanta anni.

 

Contrordine: Sicurezza della salute dei cittadini e richiamo alla prudenza.

 

L’appello lanciato dagli USA, secondo il quale la situazione, quanto al pericolo ATOMICO, è ben più grave da quella descritta da Tokyo resta a un pelo dalla catastrofe. La tensione alta nell’opinione pubblica italiana, l’input di ridimensionamento dei piani nucleari di Germania, Svizzera e l’attivazione del piano anti-stress di tutti gli impianti UE; determinati dal notevole calo di consensi del premier e del suo governo (clamorose, numerose contestazioni subite da Alemanno, La Russa e soprattutto Berlusconi ieri e oggi, durante le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia) hanno evidentemente suggerito una maggiore flessibilità sul tema delle centrali nucleari. Questo tema risultato particolarmente “impopolare” (ma per nulla pericoloso) obbligando il nostro governo a fare una piccola riflessione da parte di tutti i “nuclearisti” nel temporeggiare ed è arrivata la dichiarazione del premier “alla prudenza”. Significa che è finita? Basta Nucleare? O che non possono mica rischiare di perdere le elezioni per il nucleare?
Senza fare cazzate cercano adesso di uscirne, ma in maniera soft. Ora non devono fare niente, l’Europa detterà le procedure di de-nuclearizzazione UE …staremo a vedere!

 

Noi denunciamo che l’energia importata dall’Italia non ha modo di esistere perché siamo tecnicamente autosufficiente per quanto riguarda la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali) e le centrali termoelettriche esistenti sono infatti in grado di erogare una potenza massima netta di circa 101 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW (picco dell'estate 2007).

 

Noi crediamo che soltanto grazie a misure di efficienza e di risparmio e una pianificazione dei fabbisogni energetici, sia possibile stabilizzare i consumi italiani di energia dando modo alle rinnovabili di coprire l’intero fabbisogno italiano senza alcun ausilio del nucleare.

 

Meetup Carrara

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