Carrara 5 Stelle

Martedì 04 Settembre 2012 20:51
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LE RISPOSTE CHE IL PD DEVE AI GRILLINI (dal Tirreno)

LETTERA PUBBLICATA SUL TIRRENO DEL 31 AGOSTO

LE RISPOSTE CHE IL PD DEVE AI GRILLINI

Fino a oggi tutti i partiti hanno fatto fronte comune nei confronti dell’emergente web-partito dell’ex-cabarettista genovese. Dal Pdl a Sel, con una  sola voce si è apostrofato Grillo come un predicatore populista che brandisce le pericolose armi dell’antipolitica. Unica eccezione i distinguo dell’Idv di Di Pietro, che ha giocato senza successo la carta di una possibile alleanza tra i “nemici degli amici di Monti” e tenta ora goffamente di replicare toni e argomenti del Movimento-5 stelle. E’ stata una strategia miope e autolesionista, che ha accreditato il Movimento come “uno contro tutti”, il nuovo che avanza contro il vecchio che resiste. Finché Grillo si è limitato a pescare dal bacino elettorale del non-voto gli effetti sugli altri partiti sono stati contenuti.

Ma adesso che viene accreditato del 20% è scattato l’allarme rosso, soprattutto in quei partiti di centrosinistra che finiranno per pagare il pedaggio più pesante. Si spiega così la reazione scomposta del segretario del Pd Bersani, rivelatrice di un’incapacità della classe politica di comprendere l’ascesa del Movimento. Negli ultimi anni per diverse ragioni convergenti – crisi finanziaria, recessione, scandali e polemiche sui costi della politica, etc. – è maturata una drammatica disaffezione nei confronti dei partiti, talmente radicale da mettere in crisi i tradizionali circuiti della rappresentanza, ossia la struttura di rapporti tra i cittadini e i loro rappresentanti politici, a ogni livello. Rendendo questi ultimi sempre più impopolari, e quindi ancor meno capaci di condurre efficaci azioni di governo, fino alla “sospensione del gioco” che ha portato al governo tecnico. Detta altrimenti, in misura ancora maggiore rispetto a quanto già avvenne a inizio anni Novanta – quando a beneficiarne fu Berlusconi – si è presentata un’impetuosa “domanda di nuovo”, dove la ricerca di novità investe sia le facce che i meccanismi di partecipazione politica.

Il successo del Movimento-5 stelle riflette la sua capacità di presentare un barlume di risposta a entrambe le esigenze. Il Movimento sta fornendo un canale di rapido ricambio della classe politica che non passa attraverso le troppe liturgie e servilismi dei partiti tradizionali – come dimostra il giovane neo-sindaco di Parma Pizzarotti. E offre nel paradiso artificiale della “democrazia del web”, con la sua liturgia di meet-up e blog e sondaggi online, strumenti di facile accesso e di immediato coinvolgimento alla domanda di partecipazione diretta alle decisioni politiche.

Fino a sancire nel suo “non-statuto” l’attribuzione alla “totalità degli utenti della Rete” del “ruolo di governo e indirizzo normalmenteattribuito a pochi”. I partiti, al contrario,hanno dato l’impressione di rispondere con un arroccamento corporativo, incapaci di affrontare con serietà almeno quelle ragioni di scontento – eliminazione di pregiudicati e corrotti, cancellazione dei privilegi più odiosi, apertura a volti nuovi, pensionamento dei grandi vecchi – che rientravano nella loro limitata sfera di azione. Dall’incomprensione nascono gli errori. Proclamando che “preferiscono votare Pdl piuttosto che Grillo” – lo hanno già fatto Enrico Letta e la “giovane” deputata Madia – i notabili del Pd rafforzano la sensazione di appartenere a un’oligarchia politica chiusa.

Invece di etichettare come fascista il linguaggio di Grillo, ci si potrebbe interrogare su trasparenza e democraticità delle deliberazioni via web, visto che a certificare la regolarità dei sondaggi online è una società di comunicazioni in cerca di profitti. Viene da chiedersi poi quanti nel Pd abbiano letto i contenuti condivisibili (e “di sinistra”) che si trovano nelle 15 pagine del programma politico del Movimento-5 stelle, dalla richiesta di un “parlamento pulito”, alle proposte sulle energie rinnovabili e contro le commistioni impresa-finanza. La litania del “demone dell’antipolitica” ha portato molti voti al Movimento 5 Stelle.

Forse nel Pd è giunto il momento di riflettere sulle occasioni sprecate per fornire risposte credibili alla sfida che il partito-non partito di Grillo sta portando nel sistema politico.

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