Evviva evviva. Torna il circo con gli animali...SCHIAVI.
Torna infatti a far cultura il baraccone dove tutto ruota intorno allo stare seduti ad applaudire e sbellicarsi per la soggiogazione di individui senzienti, costretti a suon di botte e paura , a ridicolizzarsi, a negare se stessi e la propria identità, riducendosi a burattini.
Sì, sul territorio comunale il 24 febbraio e per ben dieci giorni torna il Circo Orfei che si vanta di contare più di 100 animali selvatici.
A quanto pare questo è il massimo dell’espressione culturale che sappiamo accogliere di recente e mentre nel resto d’Italia una resistenza comunale sempre maggiore pone paletti a questa barbarie inventando leggi che ne limitino la portata (anche a tutela dell’empatia di adulti e bambini!!), qui a Carrara, dove il sindaco tanto si vanta di una “grande sensibilità sul tema dell’ambiente e degli animali”, il regolamento comunale rimane intatto nella sua assoluta assenza di etica.
Tale regolamento infatti, e solo per fare un esempio, non si è ancora adeguato neppure alle più banali innovazioni apportate in questi anni come il bando del commercio di pelli e pellicce di cani e gatti, il bando di petardi e fuochi d’artificio, il bando delle aragoste su ghiaccio e così via, stendendo un bel velo pietoso sulla continua e ripetuta presenza di tutte le eccezioni poste in essere affinché gli animali da asservire a qualche potentato, continuino ad essere sfruttabili.
Ma se è vero che i comuni, i sindaci, le giunte, dovrebbero e potrebbero tranquillamente essere quanto di più vicino c’è ai cittadini ed esserne espressione diretta, perché mai i circhi con animali non solo non sono vietati, ma addirittura prendono soldi pubblici per continuare ad esistere, nonostante il disinteresse o la forte contrarietà delle persone?
La risposta è semplice: non esiste una volontà politica nazionale ma al contrario, esiste una volontà partitica asservita a lobby di ogni genere e tipo. Come strumento per il cambiamento quindi, può rimanere solo l’iniziativa politica comunale ad arginare questi scempi, ma siccome i politici locali sono direttamente rispondenti non ai cittadini, bensì ai loro schieramenti e alle loro “segreterie”, ecco fatto che non vediamo crescere le istanze politico-amministrative di pari passo con le istanze etico-politiche dei cittadini. Se pensiamo poi a Carrara, dove il sindaco ha in passato definito la città come “una città di cacciatori”, capiamo bene che non è probabile vedere muovere iniziative per i diritti degli animali, poiché entrerebbero in conflitto palese con gli interessi di chi il dominio sugli animali vuole continuare a propagarlo e giustificarlo e per i quali il circo con animali è uno degli strumenti perfetti.
Ebbene. E’ ora di cambiare e mettere paletti per restituire la vita a questi animali, fino a che porteremo il cambiamento anche a livello nazionale e come la Grecia, alcune regioni della Cina e il Regno Unito, andremo da cittadini capaci di riconoscere i diritti prima ancora di pretenderli, verso l’abolizione dei circhi con animali.